Truffe online, risparmiatrice ottiene risarcimento dalla banca
L’sms di allarme sembra provenire dalla banca. E sembra un operatore bancario il contatto telefonico che, con fare professionale, avvisa la risparmiatrice che il suo conto corrente rischiava di venire svuotato. E in effetti il conto viene poi svuotato perché la risparmiatrice finisce dritta dentro una truffa attuata attraverso smishing e vishing.
Spesso le truffe digitali hanno un nome in inglese, si parla di phishing o quant’altro, ma per il consumatore il rischio è sempre quello: rilasciare credenziali e dati personali che finiranno per alleggerire il suo conto in banca. Con il ricorso all’Arbitro bancario e attraverso l’assistenza di una associazione di consumatori la risparmiatrice, che si era vista svuotare il conto corrente e negare il risarcimento dalla banca, è però riuscita a recuperare i risparmi.
La truffa e il recupero dei soldi, il caso
Una ignara risparmiatrice fiorentina era stata vittima, qualche mese fa, di una truffa tramite smishing (forma di phishing che utilizza i messaggi di testo fasulli inviati sui telefoni cellulari per richiedere dati personali) e vishing, attacco tramite telefono o messaggio vocale.
Dopo un messaggio di allarme (sms spoofing), la risparmiatrice era stata contattata da un sedicente operatore della sicurezza bancaria che – con finto tono “professionale”, dimostrando di essere a conoscenza di tutti i dati anagrafici e del numero di conto – l’aveva avvisata che il suo conto corrente rischiava di essere svuotato dai ladri. Carpendo così la buona fede della persona, il truffatore l’aveva invitata a dirottare tutta la giacenza di circa 700 euro mediante un bonifico intestato ad altro operatore della sicurezza bancaria, al fine di metterli al sicuro.
La risparmiatrice aveva poi sporto denuncia ma la banca le aveva negato il rimborso. La risparmiatrice si è rivolta così allo sportello e ha seguito il consiglio degli esperti del settore che operano nel back office virtuale dello sportello online dell’associazione, proponendo ricorso all’Arbitro bancario.
Con il deposito del ricorso l’istituto bancario ha modificato il proprio atteggiamento, rimborsando in via conciliativa alla correntista quasi tutto il maltolto.
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