Perugia,fallimento Dentix: oltre sessanta perdono soldi e stipendi

Colpevoli di aver lavorato o di aver pagato tutto quanto dovuto in anticipo rispetto all’ultimazione dei lavori. Sembra assurdo anche solo pensare che chi fa il suo dovere si trovi costretto a pagare un prezzo salatissimo, e invece è così. Perché recuperare i soldi persi, tra stipendi e lavori pagati e mai fatti, nelle pieghe del fallimento della Dentix sarà impresa quasi impossibile per oltre 60 persone. Un’assurdità nell’assurdità di una vicenda che ha reso molto difficile la vita di tantissime persone, ma purtroppo questa è la situazione. Perché riprendere i soldi in una procedura fallimentare è già complicato se si è dipendenti o se comunque si ha un contratto di collaborazione, figurarsi se uno ha prestato servizio con partita Iva come consulente o se addirittura era un paziente che aveva bisogno di operazioni alla bocca e ha pagato in anticipo il lavoro proprio perché se lo poteva permettere o comunque non si trattava di importi particolarmente alti.

LA VICENDA

Come si ricorderà, la vicenda della Dentix a livello italiano e anche negli studi di Perugia, Foligno e Terni esplode dopo il primo lockdown quando le persone che avevano progettato interventi odontoiatrici chiedono inutilmente per settimane prima e mesi poi di poter riprendere il discorso interrotto dal Covid. Inizialmente i messaggi sono rassicuranti, i centri hanno dovuto chiudere e riapriranno a breve. Ma con il passare delle settimane si capisce che ciò non avverrà. Le voci di fallimento si susseguono finché a fine 2020 il tribunale di Milano dichiara il fallimento della Dentix contanto di fissazione di aste fallimentari dei beni posseduti dalla Dentix. Basta fare un salto all’esterno della sede perugina in centro per vedere come non solo l’asta si è avuta a Perugia lo scorso 22 febbraio ma come tutto quanto era all’interno sia stato portato via.

E se questi oltre sessanta perugini e umbri sperano un giorno di tornare in possesso delle migliaia di euro che devono riprendere a vario titolo dalla Dentix (i danni per gli umbri erano stati stimati prima del fallimento in un milione di euro) ci sono almeno altre duecento persone che sono riuscite a salvarsi in corner soltanto perché avevano acceso finanziamenti che dopo il fallimento della Dentix sono riusciti a bloccare. Anche e soprattutto grazie all’azione delle associazioni consumatori, tra le quali l’azione principale è stata svolta dall’Unione nazionale consumatori, presieduta in Umbria dall’avvocato Damiano Marinelli. «Si trattava di importi anche di 40mila euro – dice Marinelli – siamo riusciti a stoppare le rate e far risarcire quelle già incassate. In questi casi, purtroppo va detto, il consiglio laddove possibile e laddove i tassi non siano altissimi è quello di scegliere il pagamento rateale, perché se poi succedono cose come questa è una specie di polizza assicurativa circa la possibilità di rientrare di quanto si è investito attraverso il blocco delle rate e la restituzione delle precedenti».

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