MEF: 83% reddito da dipendenti e pensionati

redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’83% del reddito complessivo dichiarato. E’ quanto rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sulla base delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2020 e riferite all’anno di imposta 2019.

Il reddito da pensione rappresenta il 30% del totale del reddito complessivo. Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 57.970 euro (calcolato con riferimento ai soli contribuenti che non dichiarano perdite), mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 22.373 euro. Nello specifico il reddito medio è pari a 40.170 euro per gli imprenditori in contabilità ordinaria e pari a 20.420 euro per gli imprenditori in contabilità semplificata.

Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 21.060 euro, quello dei pensionati a 18.290 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 18.270 euro. Si ricorda che la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef.

Ad avviso dell’Unc, il fatto che il reddito medio degli imprenditori, 22.373 euro, sia di poco superiore a quello dei lavoratori dipendenti, 21.060 euro, con un differenziale di appena 1313 euro, rappresenta un evidente problema di evasione, nonostante, come ci tiene a ribadire sempre il Mef, gli imprenditori, essendo titolari di ditte individuali, non siano sinonimo di “datore di lavoro” dei dipendenti in quanto la gran parte delle ditte individuali non ha personale alle proprie dipendenze.

Il Mef ricorda, a seguito della Legge di Bilancio 2019, l’aumento a 65.000 euro della soglia di ricavi per l’accesso al regime forfetario, senza distinzione per attività Ateco; inoltre sono stati abrogati i due requisiti relativi alle spese per lavoro dipendente (non superiore a 5.000 euro) e spese per acquisto di beni ammortizzabili (non superiore a 20.000 euro). Conseguentemente si registrano circa 707.000 nuove adesioni al regime, per un numero complessivo di adesioni pari a 1.563.000. I redditi di tali contribuenti sono soggetti a tassazione sostitutiva al 15% (5% nei primi cinque anni di attività). Conseguentemente i redditi di questi contribuenti non saranno più contabilizzati in Irpef tra i redditi da lavoro autonomo o da reddito d’impresa.

Per questo crescono i redditi medi da lavoro autonomo (+25,4%) e, anche se meno, i redditi medi d’impresa (+6,8%). Infatti, i soggetti che fuoriescono dalla tassazione ordinaria sono quelli caratterizzati da ricavi e redditi più bassi, pertanto rimangono a tassazione ordinaria solo i soggetti con redditi più alti, determinando valori medi più elevati. Si mantengono invece sostanzialmente stabili i valori medi del reddito da partecipazione (+0,8%).

Il reddito medio da pensione mostra una crescita del 2,4%, confermando il trend degli anni precedenti, mentre, diversamente dagli altri anni, si registra un aumento del numero di pensionati (oltre 18.500 soggetti in più, +0,1%), effetto dei pensionamenti favoriti dalla “quota 100” (L. 26/2019) che ha anticipato temporaneamente il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento.

Risulta in crescita anche il reddito medio da lavoro dipendente (+1,1%). In tale ambito, aumenta il numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato (+2,5%) e calano i lavoratori a tempo determinato (-2,6%).

L’ammontare del reddito da fabbricati soggetto a tassazione ordinaria ammonta a 26,1 miliardi di euro, con una riduzione del 2,2% rispetto all’anno precedente, a causa dell’aumento della tassazione sostitutiva (c.d. cedolare secca).

Rispetto ai dati più generali, i contribuenti che hanno assolto l’obbligo dichiarativo sono circa 41,5 milioni: 22 mln le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730, 9,1 mln i soggetti che hanno presentato il modello “Redditi Persone Fisiche”, 10,4 mln di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello CU compilato dal sostituto d’imposta.

Il reddito complessivo totale dichiarato nell’anno di imposta 2019 ammonta a oltre 884 miliardi di euro (+4,5 miliardi rispetto all’anno precedente, +0,5%) per un valore medio di 21.800 euro, in crescita dello 0,6% rispetto all’anno precedente. L’incremento del reddito complessivo è dovuto all’aumento dei redditi da pensione, lavoro dipendente e lavoro autonomo.

L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.780 euro), seguita dalla provincia di Bolzano (24.970 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.600 euro).

Al netto degli effetti del bonus 80 euro, l’imposta netta Irpef risulta pari in media a 5.300 euro. Circa 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero, prevalentemente perché hanno livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero perché l’imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento.

Analizzando i contribuenti per fasce di reddito complessivo, il 27% dei contribuenti, che dichiara circa il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 70.000 euro si posiziona il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70.000 euro, versando circa il 29% dell’Irpef totale.

 

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