L’estetista può chiedere una caparra?
E’ legittimo che quando facciamo una prenotazione l’estetista ci richieda una caparra per la disdetta? La risposta breve è sì, ma soltanto ad alcune condizioni. Ma non solo: in questo caso, scattano anche dei diritti a favore del consumatore. Vediamo di cosa si tratta.
Perché l’estetista può chiedere la caparra
Ipotizziamo di voler acquistare un servizio in un centro estetico. Potrebbe esserci chiesta una caparra, cioè di anticipare una somma -o di bloccarla sulla nostra carta di credito- per tenere ferma la prenotazione. Poi, quando ci recheremo nel centro estetico per il servizio, la somma varrà come anticipo sul prezzo totale che dovremo corrispondere. Non tutte le attività ovviamente prevedono questa politica, ma si tratta di una possibilità del tutto lecita e comincia a diffondersi visto il triste fenomeno delle disdette non prontamente comunicate dai consumatori.
Ecco perché alcune attività stanno cominciando ad attrezzarsi per effettuare le prenotazioni online tramite sito web o applicazioni dedicate: in questo modo, incassando la caparra in caso di disdetta non comunicata, il centro estetico non perde completamente il potenziale acquisto nel caso in cui il cliente o la cliente non si presenti all’appuntamento.
Cosa prevede la legge sulla caparra
Ma come funziona la caparra dal punto di vista delle regole giuridiche? Per essere legittima, questa politica deve essere comunicata tempestivamente: quindi, sul sito dove si effettua la prenotazione, sull’app, ma è sufficiente anche una comunicazione verbale. Naturalmente è necessario l’accordo del consumatore, che dunque dovrà “spuntare” l’apposita casella online o accettare la caparra telefonicamente.
La legge non stabilisce dei termini di disdetta per far scattare la caparra, quindi questi sono stabiliti dall’esercente: di solito -nei centri estetici- la disdetta di un appuntamento deve essere effettuata tra le 12 e le 24 ore precedenti, in modo da consentire a chi gestisce l’attività di trovare altri clienti per l’appuntamento cancellato. Ma, appunto, non si tratta di tempistiche stabilite per legge: ogni attività può decidere in autonomia.
Cosa succede in caso di mancata presentazione
In caso di mancata presentazione cosa accade? Ogni attività è libera di stabilire le conseguenze : in consumatore potrebbe perdere solo l’acconto versato all’atto della prenotazione, altre attività però addebitando il prezzo totale del trattamento (anche se non viene eseguito). Talvolta si tratta di un costo fisso oppure, questo può variare a seconda dei tempi con i quali viene comunicata la disdetta.
In ogni caso, perché questi costi per l’annullamento siano validi da un punto di vista giuridico, l’importante è che le condizioni del servizio siano comunicate ai clienti. La comunicazione può avvenire in forma scritta ma anche a voce se ad esempio -come detto- se la prenotazione avviene tramite una telefonata.
Ma la caparra confirmatoria è una forma di tutela anche per il cliente. Infatti, se a disdire l’appuntamento fosse il centro estetico (o magari il consumatore fosse costretto ad attendere a lungo il proprio turno, nonostante la prenotazione) questo è tenuto a rimborsare al cliente il doppio della caparra.
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