La difesa dei nostri diritti – scarica il nostro ultimo libro!
Prefazione del Presidente Avv. Damiano Marinelli
Il livello dei diritti (e quindi della tutela) dei consumatori e utenti è un indicatore rilevante di come uno Stato protegga i propri cittadini (spesso) in condizioni di maggior debolezza. I diritti dei consumatori sono molto più ampli di come in genere vengono “predeterminati” dagli stessi cittadini. Sono definiti come “fondamentali” e sono elencati all’articolo 2 del Codice del Consumo:
– tutela della salute;
– sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi;
– adeguata informazione e corretta pubblicità;
– esercizio delle pratiche commerciali secondo i principi di buona fede e di correttezza e di lealtà;
– educazione al consumo; – correttezza, trasparenza e equità nei rapporti contrattuali;
– erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza.
L’enunciazione dei diritti dei consumatori deriva direttamente dall’attuazione delle politiche Comunitarie Europee che hanno portato anche in Italia alla ratifica dei cinque diritti fondamentali dei consumatori, stabiliti a livello comunitario:
– la tutela della salute e della sicurezza dei consumatori: sul mercato possono essere immessi solo prodotti che non presentino pericoli per la salute e la sicurezza dei consumatori;
– la tutela degli interessi economici dei consumatori: sono vietate in generale la pubblicità ingannevole e le formulazioni fuorvianti nei contratti conclusi dai consumatori;
– diritto del consumatore all’informazione e ad adeguate istruzioni: i consumatori devono essere informati per poter scegliere fra i vari servizi loro offerti. Per questo è necessaria un’adeguata e obiettiva informazione sulle caratteristiche e sui prezzi dei prodotti;
– diritto al risarcimento: i consumatori devono poter contare su consulenza e assistenza per ottenere il risarcimento per prodotti difettosi o per danni risultanti all’uso di beni e servizi; diritto dei consumatori è che queste consulenze siano di facile fruibilità;
– rappresentanza e partecipazione: i rappresentanti dei consumatori devono partecipare al processo decisionale per le questioni che li interessano, a livello locale, nazionale o comunitario.
In particolare come ci ricorda il MISE, il diritto alla tutela della salute, già riconosciuto e garantito dalla Costituzione Repubblicana all’articolo 32 come diritto fondamentale per l’individuo e per l’interesse della collettività, è specificamente ribadito tra i diritti dei consumatori, con riferimento al consumo di beni o prodotti e al diritto all’utilizzo di servizi. Tuttavia, il diritto previsto dal Codice del Consumo è cosa diversa dal diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione. Il diritto di cui al citato art. 32 Cost. si sostanzia, infatti, nel diritto a non subire una lesione dell’integrità psicofisica (la salute), mentre quello previsto dall’art. 2 del codice del consumo consiste nel diritto alla tutela della salute, cioè alla “protezione” della stessa, ovvero, detto ancora in altri termini, a che la salute non sia messa in pericolo. In tal senso il diritto alla tutela della salute si collega direttamente al diritto alla sicurezza come specificato anche a livello comunitario. Quindi la salute gode nel nostro ordinamento nazionale di una tutela non solo diretta, cioè tesa a favorire il ripristino delle condizioni di integrità fisiche e mentali venute a mancare per qualsivoglia ragione, ma anche indiretta, cioè tesa a prevenire che si creino situazioni, più propriamente definite pericolose, che minaccino in qualche modo, o abbiano elevata probabilità di nuocere, la salute degli individui, intesi anche sotto il nome di consumatori. La norma pone un principio generale (che prescinde dall’esistenza di una normativa settoriale) che ha come unico limite quello derivante dall’evoluzione delle conoscenze tecniche e scientifiche.
Ad esempio rientrano in quest’ ambito:
– un’adeguata educazione sanitaria;
– l’igiene degli alimenti, delle bevande, dei prodotti e avanzi di origine animale, la prevenzione e la difesa sanitaria degli allevamenti ed il controllo della loro alimentazione;
– la sperimentazione, produzione, immissione in commercio e distribuzione dei farmaci e dell’informazione scientifica sugli stessi diretta ad assicurare l’efficacia terapeutica, la non nocività e la economicità del prodotto; – poter vivere in un ambiente sano;
– l’utilizzo di strutture sanitarie secondo standard di efficienza ed efficacia. Il diritto alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi significa che ogni prodotto commercializzato deve essere sicuro, ovvero che in condizioni di uso normali o ragionevolmente prevedibili, non presenta nessun rischio o soltanto rischi ridotti, compatibili con il suo utilizzo e considerati accettabili secondo un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza dei consumatori.
Un prodotto è considerato sicuro se è conforme alle disposizioni specifiche relative alla sicurezza. Esistono, infatti, tutta una serie di norme che riguardano alcune categorie di prodotti specifici (come i giocattoli, gli ascensori, gli esplosivi per uso civile, i dispositivi medici ecc). In mancanza di tali regolamentazioni, un prodotto è sicuro quando risponde ad una legittima attesa di sicurezza del consumatore, che utilizza il prodotto in condizioni normali o ragionevolmente prevedibili, in particolare in occasione dell’utilizzo, dell’impianto, della messa in servizio o della manutenzione del prodotto. Alcuni criteri permettono di verificare se questa condizione è soddisfatta. La possibilità di eseguire dei controlli, a livello nazionale ma coordinati a livello europeo, effettivi ed efficaci costituisce una condizione essenziale per garantire un livello di sicurezza elevato.
Il diritto a una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità si risolve in tutta una serie di obblighi e limitazioni, indirizzate ai produttori, in quanto i consumatori non dispongono sempre degli strumenti adeguati per poter capire eventuali esagerazioni o inganni, e possono essere portati, quindi, a farsi idee sbagliate rispetto a prodotti o servizi, o, peggio, possono essere indotti al “sovraconsumo” ed al “sovraindebitamento”. Il diritto a una adeguata informazione, dunque, deve leggersi in senso passivo, ovvero, nell’obbligo di informare il consumatore, ciò per riequilibrare il rapporto di consumo che vede il consumatore come elemento debole (c.d. asimmetria informativa). Il diritto ad una corretta pubblicità si esaurisce nel rispetto di alcuni limiti e proibizioni al fine di trasmettere al consumatore un messaggio chiaro e trasparente. Si accompagna al diritto ad una corretta pubblicità, ed in un certo senso lo completa, il successivo diritto all’esercizio delle pratiche commerciali secondo i principi di buona fede, correttezza e lealtà, che, in linea generale può essere definito (in senso passivo) come l’obbligo di non fornire al consumatore indicazioni che possano alterare sensibilmente la sua capacità di scelta, “inducendolo pertanto ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”.
Il diritto all’educazione al consumo, come diritto fondamentale del consumatore, viene declinato all’art. 4 del Codice del consumo e si sostanzia nella predisposizione di attività rivolte ai consumatori, svolte da soggetti pubblici o privati e dirette a rendere evidenti le caratteristiche di beni e servizi, ovvero rendere chiaramente percepibili i costi ed i benefici, i vantaggi e gli svantaggi conseguenti ad una scelta di consumo.
L’educazione al consumo consiste, quindi, nella predisposizione di strumenti informativi utilizzati per istruire il consumatore, che necessita di tutela, sul funzionamento dell’economia di mercato, sui prodotti e i servizi, sulle fonti di informazione, su come difendere i propri interessi. Inoltre, aiuta a formare un comportamento adeguato per raggiungere interessi individuali e/o collettivi in ambito consumeristico. supportare i consumatori nei loro tentativi di organizzare la loro vita quotidiana in modo sostenibile e nel rispetto delle risorse disponibili.
Ciò significa che ai consumatori deve essere garantita la possibilità di acquisire una consapevolezza dei propri diritti e interessi, al fine di poter essere in grado di compiere una scelta “consapevole” nell’acquisto di beni e/o nella fruizione di servizi. Per diritto alla correttezza, alla trasparenza e all’equità nei rapporti contrattuali s’ intende la predisposizione e formulazione del regolamento contrattuale in modo chiaro e comprensibile, cioè in modo completo e leggibile, nel rispetto della clausola di buona fede e impostando i contenuti in modo tale che siano considerati “giusti” da entrambe le parti. Ciò, fermo restando il diritto all’autonomia contrattuale, per la quale le parti sono libere di determinare il contenuto del contratto, e il rispetto degli obblighi imperativi, cioè l’impossibilità di escludere tra i contenuti del contratto le disposizioni a tutela dei consumatori. La cooperazione tra le parti è, dunque, necessaria per facilitare gli adempimenti e in particolare, considerando il consumatore come parte debole, così da permettergli di valutare liberamente e consapevolmente la convenienza e l’opportunità della contrattazione, assumendosene i relativi rischi. Questo va a riequilibrare la posizione del consumatore rispetto a quella della controparte professionale, dotata di maggiori conoscenze tecniche, maggiori risorse, maggiore forza contrattuale e capacità di influire sulle sorti del rapporto.
Il diritto alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori consiste, prima di tutto, nella predisposizione di quelle disposizioni normative, a cominciare dalle norme costituzionali, in base alle quali è prevista la possibilità per i consumatori e gli utenti di associarsi liberamente e democraticamente, e, attraverso i propri rappresentanti, con gli strumenti posti a disposizione dall’ordinamento, è consentita la loro partecipazione al processo decisionale per le questioni che li interessano, a livello locale, nazionale o comunitario. Oltre a questo, nello specifico, la portata di tale diritto si sostanzia nella possibilità concessa alle associazioni dei consumatori, nel rispetto di determinati criteri, di essere riconosciute a livello nazionale, finanziate, e ammesse a partecipare alle riunioni periodiche del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, organo del Ministero dello Sviluppo Economico, con funzioni di collaborazione (tramite l’espressione di pareri, la formulazione di proposte, l’elaborazione di programmi ed altre iniziative) nel settore dei diritti e delle tutele dei consumatori e degli utenti.
La nostra Associazione è la prima Associazione dei Consumatori ed Utenti in Italia ed è sempre in prima fila per la difesa dei diritti dei cittadini.
Tra le attività che hanno connaturato la nostra Unione come tra le Associazioni più attive in Umbria, c’è anche la rilevante operosità in ambito informativo, con l’organizzazione di convegni, tavole rotonde, incontri: tutti volti a sensibilizzare i cittadini all’educazione al consumo ed in generale alla prevenzione nell’ottica del nostro principio guida: prevenire è senz’altro meglio che curare. La promozione e lo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra consumatori e utenti è poi la nostra ulteriore linea guida, che ci ha permesso di essere una Associazione seguita anche on line (sito: www. consumatoriumbria.it e FB: unione nazionale consumatori Umbria, con punte di c.a. 380.000 visitatori per singola notizia). Non potevamo quindi esimerci dal pubblicare un prontuario anche in forma cartacea, in collaborazione con il CESVOL Umbria, che permettesse ai lettori di avere una prima informazione sulle tematiche di maggiore rilevanza statistica affrontate nei nostri Sportelli in tutta l’Umbria (es. Perugia, Cannara, Spoleto, Amelia, Città della Pieve, Magione, Castiglione del Lago, Bevagna, Foligno, Terni, Orvieto, Gubbio, Deruta, ecc.) oltre agli sportelli “telematici”: info@consumatoriumbria.it.
Ringrazio dunque tutti i valenti Professionisti, che si prodigando di settimana in settimana nella collaborazione volontaria con la nostra Associazione per mantenere i presidi locali aperti e in particolar modo gli Avvocati, nostri volontari e referenti locali, autori della redazione di questo volume, che nelle intenzioni servirà ai cittadini ed ai nostri Associati per approntare una prima autonoma tutela nei casi più semplici, per poi affidarsi sempre ad un esperto nel momento in cui lo sarà necessario, nella convinzione che “guadagnare” informazioni permette di tutelarsi al meglio, anche in una ottica preventiva.
Buona lettura, e ricordate, l’informazione è potere (e difesa).
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