La corsa dei prezzi, inflazione verso il 7%. Ad aprile rincari record per farina, pasta e verdura. I consigli per risparmiare
Il rischio è una progressiva caduta dei consumi con tutte le conseguenze immaginabili anche per l’economia regionale. In un anno, quasi tutti i prodotti chiave della spesa quotidiana sono aumentati, dagli alimentari all’ortofrutta, dal cinema al fast-food, passando per i carburanti. «Un campanello d’allarme da non sottovalutare – avverte Carla Falcinelli, presidente del Codacons Umbria – considerando che già nel primo trimestre la spesa delle famiglie era scesa dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti». Le tensioni sui listini coinvolgono ormai tutti i rivenditori. «L’elemento nuovo – aggiunge Damiano Marinelli, presidente Unc Umbria – è che i rincari ormai riguardano anche quelle catene della grande distribuzione che finora avevano tenuto i prezzi abbastanza bassi».
Gli ultimi dati sull’inflazione, riferiti ad aprile, per l’Umbria indicano un indice dei prezzi al 6,3% ma a maggio la corsa è proseguita. A livello nazionale, l’Istat ha registrato un aumento mensile dello 0,9% e annuale, pari al 6,9%, stima da cui poco si discosterà il dato regionale, atteso per metà mese. I rincari di questo 2022 bollente sul versante prezzi riguardano un po’ tutto l’orizzonte della spesa, con aumenti record per la farina (+37%), tra gli alimentari, per insalata e finocchi (+35%), nell’ortofrutta. «I rincari riguardano ormai anche beni essenziali come acqua in bottiglia o pane – aggiunge Marinelli – ed è come se stessimo assistendo a una specie di rincorsa tra gli aumenti legati ai prezzi delle materie prime e quelli operati dai rivenditori». Tra gli alimentari, rincari record per farina (+37,6%), petto di pollo (+22,4%), pasta (+18,6%) e burro (+12,9%). Trovare contromisure è diventata un’impresa, ma le famiglie sentono sempre di più il peso di tali aumenti. «I nostri associati ci segnalano rincari in continuazione», spiega Marinelli. «Noi diciamo loro di prendersi del tempo, di non andare al supermercato senza lista della spesa e soprattutto di acquistare ciò che serve in base alle offerte. In alcuni discount le promozioni sono interessanti e vale la pena girarne più di uno per approfittare delle proposte senza limitarsi alla spesa in un solo supermercato. È un consiglio che richiede tempo, ma è quello meglio speso, considerando l’attuale situazione: dai racconti che raccogliamo, girare più di un negozio per completare la spesa, per qualcuno, è diventato quasi un secondo lavoro». Altro accorgimento per cercare di mitigare l’impatto degli aumenti sul bilancio domestico è quello di scegliere prodotti vicini alla scadenza. «È un modo per risparmiare, considerando che sono offerti a prezzi dimezzati e che possono essere consumati tranquillamente. Questi piccoli accorgimenti possono in qualche modo migliorare la sorte del nostro portafoglio».
Un insieme di segnali che preoccupano e considerando che i redditi delle famiglie sono praticamente quasi fermi rispetto allo scorso anno, le conseguenze sono facilmente desumibili. «La situazione si sta facendo complessa – aggiunge Falcinelli – visto che già a fine marzo l’Istat indicava una spesa delle famiglie in calo dello 0,9%: questo trend nel corso dell’anno potrebbe peggiorare a causa dell’inflazione legata alla crisi energetica». Altra nota dolente, infatti, il capitolo carburanti che ad aprile ha restituito nuovi aumenti record, col gas metano per autotrazione salito del 77%, col prezzo medio, considerando le quotazioni medie di Perugia e Terni, passato da 0,974 a 1,726 euro al chilogrammo. Rincari del 10% in media per la benzina verde, nonostante lo sgravio delle accise, e del 20% per il diesel; su del 24% anche il prezzo del gpl. Ritocchi più contenuti, per ora, nel capitolo servizi: spicca il +20% nel pasto al fast-food, il +15,8% per i biglietti del cinema e il +9,4 segnalato per la tariffa dei rifiuti solidi urbani.
di Fabio Nucci
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