Investimenti in diamanti: le sentenze continuano a dare ragione al consumatori
La questione dei diamanti da investimento – dopo una prima diffusione agli onori delle cronache di qualche anno fa – non ha smesso di interessare gli addetti ai lavori, andando ad occupare i Tribunali italiani. Negli ultimi anni, mentre alcune banche, riconoscendo la propria responsabilità, firmavano importanti accordi transattivi che definivano bonariamente le vicende, altri istituti bancari hanno preferito affrontare le azioni giudiziali nei tribunali con esiti in gran parte favorevoli ai risparmiatori.
Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Umbria, Avv. Damiano Marinelli sottolinea come “molti Tribunali e Corti di Appello hanno ormai riconosciuto la responsabilità della banca per l’intermediazione di fatto prestata tra società venditrici di diamanti ed i correntisti della filiale”. In questi casi, a seguito di perizie, si è accertato che mentre l’investimento in diamanti veniva presentato dalla banca come particolarmente vantaggioso, in realtà le pietre vendute avevano un valore nettamente inferiore a quanto pagato (in teoria il valore di mercato comprensivo dei naturali ricarichi commerciali), con un valore reale dei diamanti che in media si aggirava sul 40%/60% di quanto pagato a seconda dei casi.
L’Unione Nazionale Consumatori Umbria, forte dei precedenti positivi, invita pertanto tutti gli investitori a contattare gli esperti dell’Associazione per verificare le proprie possibilità di tutela all’email info@consumatoriumbria.it
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