Il peso delle parole
Parola, /pa·rò·la/, s.f.
“Complesso di suoni organizzato mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica”
La parola è un suono, un suono complesso che prima di avere un significato, ha un peso, un odore, un sapore. La parola da sempre è stata strumento di libertà di espressione del pensiero, c’è chi ha lottato per poter dire una parola, c’è chi addirittura ci è morto.
La reattività e la velocità a cui siamo abituati, grazie all’utilizzo degli strumenti informatici, ha probabilmente influito sull’attenzione che ciascuno di noi ripone nel comunicare con gli altri.
Tendiamo a semplificare e sintetizzare messaggi complessi, presi dalla necessità di dare un’opinione e rispondere in maniera immediata. Per questo motivo, spesso rischiamo di sottovalutare la portata e il significato delle parole. Parole che comunque si rivolgono a persone, indipendentemente da quanto sia ampio o ristretto il nostro uditorio e che influiscono su pensieri, azioni e sentimenti. L’utilizzo dello schermo ha sicuramente influito su questo aspetto, togliendo dalla nostra mente la rappresentazione di coloro a cui ci rivolgiamo. Ma questo non toglie importanza ai termini utilizzati perché, consapevole o meno, chi ha usato determinate parole, le ha anche scelte.
La newsletter di questa settimana vuole proprio mettere in luce l’importanza delle parole che, da strumento di libertà, possono trasformarsi a volte in strumento di offesa. E non solo.
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