Unione Nazionale Consumatori Umbria | Benessere animale, la proposta: etichettatura secondo il metodo di allevamento
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Benessere animale, la proposta: etichettatura secondo il metodo di allevamento

Benessere animale, la proposta: etichettatura secondo il metodo di allevamento

Ciwf e Legambiente hanno presentato una proposta di etichettatura secondo il metodo di allevamento per le mucche da latte. L’etichetta distingue biologico, pascolo, stabulazione e allevamento intensivo.

Il benessere animale indicato in etichetta. Con verdi pascoli e animali liberi su prati incolti e lussureggianti. L’etichetta “acchiappa” il consumatore sensibile al tema. Ma a oggi, molte etichette di questo tipo sono fuorvianti e poco chiare. Serve un’etichettatura secondo il metodo di allevamento, che distingua il biologico, il pascolo, la stabulazione libera o fissa, l’allevamento intensivo.

L’etichettatura secondo il metodo di allevamento per le vacche da latte è la proposta presentata oggi in diretta facebook da Compassion in World Farming (CIWF) e Legambiente.

etichettatura secondo metodo di allevamento
Etichettatura secondo il metodo di allevamento. Fonte: Ciwf e Legambiente

 

Mucche da latte, benessere animale, etichettatura

Le due associazioni hanno presentato la loro proposta per un’etichettatura secondo il metodo di allevamento per le vacche da latte. Si tratta in pratica di una tabella che permette di identificare con facilità i diversi metodi di allevamento. Cinque quelli identificati: il biologico, il pascolo, il pascolo 4 mesi, la stabulazione libera o a stabulazione fissa (con le vacche legate) e l’allevamento intensivo.

Ciwf e Legambiente «ritengono necessaria un’etichettatura secondo il metodo di allevamento, volontaria, univoca e nazionale, che renda i consumatori protagonisti della transizione verso sistemi di allevamento più sostenibili».

Etichettatura secondo il metodo di allevamento vs etichette fuorvianti

La tabella presentata permette dunque di indicare subito in etichetta il metodo di allevamento per le vacche da latte. La proposta risolverebbe anche il problema delle “etichette fuorvianti”, molte di quelle esistenti sul mercato, che spesso presentano claim poco verificabili, con pascoli verdi e certificazioni non omogenee. Sono informazioni che rendono molto difficile al consumatore fare scelte di acquisto orientate al benessere animale, con la certezza di centrare l’obiettivo.

L’etichettatura secondo il metodo di allevamento permette di capire in modo immediato se alle vacche da latte è lasciato lo spazio e il tempo di seguire i propri comportamenti naturali.

«La conoscenza dell’etogramma di una specie allevata, cioè dell’insieme dei comportamenti naturali manifestati dalla specie – ha dichiarato Dario Buffoli, medico veterinario esperto in etologia e benessere animale –  è parte sostanziale nella messa a punto di indicatori e di sistemi di valutazione del benessere animale e, in questo, il metodo di allevamento è precondizione essenziale per poter valutare le oggettive possibilità di benessere degli animali allevati».

PAC e benessere animale

Legambiente e Ciwf sottolineano poi che l’etichettatura secondo il metodo di allevamento sarebbe utile per indirizzare i fondi del Next Generation EU e della prossima Politica Agricola Comune, a sostegno degli allevatori, per sostenere la transizione a sistemi più rispettosi del benessere animale.

Secondo CIWF e Legambiente, i fondi che potevano essere indirizzati a favore del benessere animale nella scorsa PAC sono stati sottoutilizzati. «Sarebbe inaccettabile – ha detto Federica di Leonardo del Ciwf –  utilizzare ancora una volta i fondi PAC per finanziare lo status quo, cioè i sistemi di allevamento intensivi, la cui insostenibilità è stata ormai ampiamente acclarata. Si tratterebbe di un’operazione in piena contraddizione con il Green Deal Europeo».

Le associazioni chiedono dunque che il prossimo governo coinvolga la società civile e i consumatori nella creazione di standard nazionali di certificazione del benessere animale.

«Sempre più cittadini sono consapevoli che il sottocosto, ossia quello che non si paga ‘al bancone’, lo paghiamo comunque, anche maggiorato e con soldi delle tasse, in danni alla salute e all’ambiente. Per questo – ha detto Antonino Morabito, responsabile Benessere animale di Legambiente – i fondi in arrivo con il Next Generation EU dovranno sostenere le diverse fasi della filiera dei prodotti di origine animale puntando efficacemente alla crescita della sostenibilità e del benessere animale. Mettere i cittadini, grazie all’etichettatura con metodo di allevamento, in condizione di operare scelte utili alla transizione ecologica dell’allevamento italiano è urgente e prioritario per il comparto zootecnico, per tutelare l’autorevolezza del Made in Italy e, grazie all’effettivo benessere animale, per difendere la salute dei cittadini e dell’ambiente».

da HelpConsumatori