Unione Nazionale Consumatori Umbria | Approvato Codice di condotta per i call center, cosa cambia?
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Approvato Codice di condotta per i call center, cosa cambia?

Approvato Codice di condotta per i call center, cosa cambia?

Il Garante Privacy ha approvato il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling, ma purtroppo non è detto che diminuirà il numero di chiamate indesiderate da parte dei call center che i consumatori ricevono ogni giorno. Si tratta infatti di un’autoregolamentazione  a cui hanno aderito associazioni di committenti, call center, teleseller, list provider e alcune associazioni di consumatori.

Il Codice acquisterà efficacia una volta conclusa la fase di accreditamento dell’Organismo di monitoraggio (Odm), organismo indipendente chiamato a verificare l’osservanza del Codice di condotta da parte degli aderenti e a gestire la risoluzione dei reclami, e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Cosa prevede il Codice di Condotta per il telemarketing

Le società che aderiranno al Codice, si impegneranno ad adottare misure specifiche per garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing. Dovranno raccogliere consensi specifici per le singole finalità (marketing, profilazione, ecc.), informare in maniera precisa le persone contattate sulle finalità per le quali vengono usati i loro dati, assicurando il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy (opposizione al trattamento, rettifica o aggiornamento dei dati).

Saranno introdotte inoltre regole per contrastare il fenomeno del “sottobosco” dei call-center abusivi. Il Codice di condotta stabilisce infatti che nei contratti stipulati dall’operatore con l’affidatario del servizio dovrà essere prevista una penale o la mancata corresponsione della provvigione per ogni vendita di servizi realizzata a seguito di contatto promozionale senza consenso.

Le società saranno tenute ad effettuare una valutazione di impatto nel caso svolgessero trattamenti automatizzati, compresa la profilazione, che comportano un’analisi sistematica e globale di informazioni personali.

Si metterà un freno ai call center molesti con il Codice di Condotta?

Il Codice di Condotta del telemarketing va ad aggiungersi al nuovo registro delle opposizioni entrato in vigore lo scorso luglio e che prevede la possibilità di iscrivere anche i cellulari all’elenco dei numeri che non vogliono essere disturbati. In realtà, nonostante tanta attesa e molte speranze, il Registro non ha portato i risultati sperati se si considera che moltissimi consumatori continuano a denunciare di ricevere chiamate moleste da call center aggressivi; va in ogni caso considerato che sono ancora pochi gli italiani che si sono iscritti quindi la situazione potrebbe migliorare.

L’arrivo del Codice di condotta non sembra spostare l’ago della bilancia proprio in considerazione del fatto che non è una legge che prevede delle sanzioni ma può risultare inutile per gli operatori corretti che già rispettano le regole mentre serve a ben poco per chi viola sistematicamente le leggi e resta impunito.

La nostra associazione avrebbe auspicato una modifica della legge che preveda indennizzi automatici per i consumatori molestati e che stabilisca che la chiamata a casa degli iscritti al Registro delle opposizioni sia considerata una pratica commerciale scorretta, sanzionabile anche dall’Antitrust, così da raddoppiare i controlli e le sanzioni. A questo aggiungiamo che rendere non validi i contratti chiusi per telefono toglierebbe le castagne dal fuoco ai call center: è forse questa l’unica soluzione per fare ordine nel settore?