Robo Advisor e Consulente tradizionale, l’unione fa la forza
Dalla seconda metà degli anni 2000 i cosiddetti Robo Advisors sono diventati soggetti rilevanti nello scenario della consulenza finanziaria e da più parti sono stati contrapposti al ruolo del Consulente Finanziario.
Ma cosa sono i Robo Advisors? L’osservatorio Fintech & Insurtech, uno degli Osservatori sulla Digital Innovation del Politecnico di Milano li definisce in questo modo: “Con Robo Advisors si intendono le piattaforme digitali capaci di offrire servizi di consulenza in materia di investimento in maniera automatizzata, senza alcun intervento umano, coerentemente con le caratteristiche e gli obiettivi dell’investitore”, in altre parole sono consulenti finanziari robotici a tutti gli effetti, ma senza il rapporto professionale del soggetto fisico.
La Consob nello studio 2019 intitolato “Valore della consulenza finanziaria e Robo Advice nella percezione degli investitori” evidenzia come, secondo la percezione dei fruitori del servizio di consulenza, il Robo Advisor è premiato poiché a differenza del consulente persona, non operi atteggiamenti recepiti come “oppressivi” che molto spesso sono sentimento di lagnanza da parte della clientela.
Oltre questo emerge che il Robo consulente possa elargire dei suggerimenti maggiormente obiettivi, maggior monitoraggio e maggior libertà di accesso al mondo degli investimenti finanziari. Sembra quindi che il mondo dei Robo advisor possa soppiantare il mondo della consulenza umana.
Tuttavia, dalle esperienze dei risparmiatori italiani e, soprattutto, nei paesi a più alta educazione finanziaria ci dice l’esatto contrario.
In primo luogo, nel mondo della finanza, i comportamenti e le reazioni emotive a determinati eventi (in gergo tecnico si parla di finanza comportamentale) dettano molto spesso il successo o l’insuccesso dei piani di investimento, cosa che i Robo Advisor non tengono in considerazione.
Infatti, i pochi italiani che adottano piani di investimento di lungo periodo; solo il 10% degli investitori nel complesso, il restante 90% adotta soluzioni di breve periodo e preferendo il cosiddetto market time, ovvero cercare di anticipare (prevedere il futuro) dei mercati, atteggiamento che non solo non premia in termini di rendimento ma che addirittura danneggia il risparmiatore. La figura di un professionista che contiene l’emotività risulta fondamentale (vedasi l’articolo di Polimanti su coronavirus e crisi dei mercati).
Pertanto, di fatto il risparmiatore preferisce una consulenza che permetta di interfacciarsi con una persona fisica, con cui possano comunicare, esprimere i propri dubbi, esporre le ragioni alla base delle proprie scelte, con cui possano quindi relazionarsi, ma soprattutto un professionista che possa aiutare il risparmiatore a risolvere esigenze economiche, anche inespresse.
Quindi il robo advisors è uno strumento inefficace? Direi proprio di no, ma l’efficacia si sostanzia come supporto al consulente finanziario nel momento della costruzione del portafoglio in quanto, anche attraverso sistemi matematici, diversifica il portafoglio stesso al fine di abbassare il rischio e renderlo più efficacie.
Quindi, possiamo concludere che la verità sta nel mezzo; il robo advisor è un ottimo strumento a supporto dell’attività del consulente finanziario, rappresentando un evoluzione tecnologica della consulenza. Si pensi all’automobile trent’anni fa e quella di oggi; l’automobilista è sempre lo stesso ma la tecnologia ha sensibilmente migliorato il rischio per gli automobilisti (ABS, sensori di parcheggio, frenata assistita, ecc.) dovendo acquisire nuove competenze per guidare l’auto.
di Federico Moriconi.
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