Non solo shrinkflation e skimpflation: arriva la greedflation

E voi lo sapevate cosa sono shrinkflation, skimpflation e greedflation?

Arriva la greedflation

Superconsumatoriii…  Oggi parliamo di prezzi e greedflation. Ne avete mai sentito parlare? Io sono Massimiliano Dona e questo è Scontrini, il podcast di Will che spiega cosa accade nel mondo dei consumi.

Parlando di prezzi al consumo, con Scontrini, vi ho già parlato del fenomeno della shrinkflation, la sgrammatura dei prodotti che sta portando molti produttori a ridurre i formati delle confenzioni dei prodotti, mantendendo il prezzo invariato: un fenomeno sotto gli occhi di tutti, dai biscotti alle merendine, dagli yogurt ai gelati, per non dire di bibite e persino detersivi… Una inflazione occulta che abbiamo denunciato più volte, con istanze all’Antitrust e per la quale abbiamo chiesto al Parlamento di elaborare una legge che almeno imponga oneri informativi a chi riduce il contenuto (lasciando la confezione mezza vuota, così danneggiando persino l’ambiente).

Poi è arrivata la skimplflation, cioè la riduzione della qualità intrinseca dei prodotti, con la sostituzione di ingredienti migliori (ma più costosi) con altri più a buon mercato: vi siete mai accorti che quando annunciano una “nuova ricetta” il prodotto è sempre meno gustoso? E non si tirino in ballo esigenze nutrizionali: bene fare prodotti più magri, ma almeno si riduca il prezzo!

Il fenomeno incide ulteriormente sui prezzi

Beh adesso arriva la greedflation, fenomeno che incide ancora sui prezzi: il nome deriva dalle parole inglesi “inflazione” e “avidità”. In verità il fenomeno sta dilagando da mesi, cioè da quando le aziende, che avevano subìto aumenti dei costi (luce, gas e carburanti) ed erano state costrette ad aumentare i prezzi, ma poi, anche se materie prime e bollette sono ormai in ribasso, stanno ritardando ad abbassare i prezzi aumentando così i loro margini di profitto! Questi speculatori contano sul fatto che i consumatori abbiano “già metabolizzato quei rincari”  e quindi il rischio di perdere clienti è molto ridotto. Senza dire che, tornando ai rincari, questi spesso sono motivati da un  rialzo del prezzo della materia prima, ma poi si scopre che la materia prima incide solo per il 10% sui costi totali di produzione.

Nel Regno Unito, la Competition and Markets Authority (CMA) ha analizzato la filiera alimentare per verificare l’esistenza di possibili anomalie, distorsioni della concorrenza e squilibri a danno dei consumatori. I risultati di queste analisi dimostrerebbero che l’aumento dei prezzi al consumo sarebbe stato maggiorato da speculazioni attuate sia dall’industria di trasformazione sia dal ‘retail’, i circuiti di distribuzione al dettaglio. Tra le aziende che avrebbero aumentato di più i propri profitti ci sarebbero aziende del settore energetico, ma anche banche e produttori alimentari.

Ma come può accadere una cosa del genere con i bilanci familiari al lumicino? Nel mondo anglosassone la definiscono una “tacit collusion”, grazie a questa molte aziende riescono a nascondere le proprie politiche di speculazione. E tutto ciò grazie grazie alla mancanza di una reale concorrenza.

E voi lo sapevate?