Insetti a tavola: autorizzata la vendita di larva, locusta, grillo e verme

Anche il nostro paese si adegua agli insetti a tavola

Oggi vorrei parlarvi dell’arrivo degli insetti a tavola. Ma tranquilli, non ci obbligheranno a mangiarli.

A fine anno sono stati pubblicati i decreti che autorizzano la vendita degli insetti che potremo quindi trovare sugli scaffali dei supermercato come prodotti di largo consumo. Anche il nostro Paese si adegua ai regolamenti comunitari pubblicati in materia di “novel food” (entrato in vigore a gennaio 2018).

Di cosa parliamo? Tenetevi forte: larva gialla, locusta migratoria, grillo domestico e verme della farina minore: essiccati, congelati o ridotti in polvere, gli insetti sono ormai una realtà con cui anche gli italiani dovranno fare i conti. Ma come vi dicevo, nessuno è obbligato a mangiarli, anzi ci siamo battuti per riaffermare (qualora ce ne fosse bisogno) il diritto all’informazione dei consumatori. Ed infatti si prevede che le confezioni contenenti prodotti a base di farine di insetti dovranno presentare un’etichetta chiara e ben visibile, recante le seguenti informazioni: la tipologia di insetto presente con il nome scientifico e il nome in italiano di tale insetto e se essiccato, in polvere o congelato; la quantità di insetto utilizzato e presente nel prodotto alimentare; il Paese di origine dell’insetto presente nonché informazioni relative ai rischi legati a possibili reazioni allergiche».

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, è utile sapere che secondo le regole europee l’etichetta deve indicare «possibili reazioni allergiche nei consumatori con allergie note a crostacei, molluschi e prodotti derivati e ad acari della polvere». Un elemento di cui devono tener conto sia i privati consumatori, che gli operatori dei pubblici esercizi che volessero introdurre cibi contenenti insetti segnalandoli al pari di altri allergeni. Insomma: è una materia già disciplinata, non ci sono nuove disposizioni in merito.

Sono i regolamenti UE più precisamente a stabilire l’obbligo della denominazione larva gialla della farina, grillo domestico, quello per il verme della farina minore. Per la locusta migratoria il nome scientifico – che è in latino- corrisponde al nome italiano e non serve traduzione.

Oltre all’etichettatura, al fine di evitare commistioni con altri alimenti, il Governo italiano ha deciso di regolamentare la vendita. L’ha fatto prevedendo la commercializzazione in comparti separati, appositamente dedicati e segnalati mediante specifica cartellonistica. Le nostre forze dell’ordine, l’Ispettorato del controllo qualità repressione frodi, verificheranno l’attuazione di queste misure a salvaguardia di quello che viene definito consumatore.

Impossibile insomma che possa capitare di consumare insetti per sbaglio. Anche solo per il semplice fatto che attualmente sono costosi, molto di più delle materie prime che potrebbero sostituire. Improbabile quindi che qualcuno decida di impiegarle nella produzione di alimenti senza informare a gran voce i consumatori.

Insetti: come avvicinarli ai consumatori?

La penetrazione dei prodotti che li contengono nei mercati occidentali procede con grande lentezza. Come mai? In molti si stanno chiedendo cosa frena i consumatori occidentali, spesso desiderosi di ridurre l’impatto ambientale di ciò che mangiano, dall’includere anche gli insetti nella loro dieta. Ora una metanalisi pubblicata su Appetite dai ricercatori dell’Università di Kassel, in Germania, su 45 ricerche pubblicate di recente inizia a fornire risposte e a individuare linee generali che sarebbe opportuno seguire.

Innanzitutto, cercare di convincere i consumatori a mangiare insetti in modo troppo aggressivo è tutt’altro che una buona idea. Piuttosto, sembra che sia meglio far aumentare la familiarità in modo soft, proponendo i prodotti senza insistere più di tanto sulle virtù ambientali. Poiché i freni principali sono il disgusto (gli insetti, nell’immaginario degli occidentali, rappresentano malattie e cibo avariato) e la neofobia, cioè la ritrosia, soprattutto dei meno giovani, a introdurre alimenti del tutto nuovi nella dieta,

Ben venga quindi l’obbligo a inserire in etichetta la presenza di insetti, per favorire la normalizzazione di questi ingredienti. A una condizione, però: le informazioni devono essere trasmesse con intelligenza. Così, per esempio, è più efficace inserire il nome scientifico dell’insetto, piuttosto che quello comune. Ed è più utile mettere, se lo si desidera, un logo stilizzato e generico, piuttosto che un disegno dettagliato. Quanto al tipo di insetto, gli europei preferiscono i grilli e in generale gli insetti adulti alle larve, perché, da secoli in Europa, queste ultime rappresentano il segnale che un alimento è andato a male.

Anche il prezzo è importante

Conta naturalmente anche il prezzo, sul quale è necessario un equilibrio. Visti gli aumenti del costo del cibo negli ultimi mesi, indubbiamente vendere i prodotti a prezzi bassi potrebbe aiutare a migliorare la diffusione. Tuttavia, non bisogna esagerare, perché si rischia di ottenere il risultato opposto, trasmettendo il messaggio che si tratta di cibo di scarsa qualità. Meglio quindi tenere prezzi medio-alti, che indirettamente danno l’idea che si tratti di alimenti qualitativamente validi, come effettivamente sono.

Un altro stratagemma che potrebbe favorire la prima accettazione è associare gli insetti alle cucine etniche, ormai diffuse ovunque. Anche se su tempi medi e lunghi l’obiettivo è normalizzare la presenza di insetti nelle diete occidentali, per iniziare a familiarizzarsi con questi ingredienti assaggiare pietanze che li contengono nell’ambito di tradizioni culinarie diverse dalle proprie sarebbe di aiuto, visto anche l’enorme successo che queste hanno un po’ ovunque.

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