Ha buoni postali scaduti. Fa ricorso e ottiene il risarcimento
Il tribunale: “Non era stato informato correttamente”
«Il tribunale di Perugia ha accolto il ricorso di un risparmiatore difeso dai legali dell’Unione nazionale consumatori dell’Umbria nei confronti di Poste italiane. L’azienda, infatti, non aveva informato correttamente l’utente della scadenza dei buoni postali dopo sette anni. Il risparmiatore si è visto pertanto riconosciuto dal tribunale l’intero valore dei buoni e del loro rendimento”.
Lo riferisce Damiano Marinelli, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “È un ottimo risultato del nostro avvocato Leonardo Di Russo, responsabile dello sportello consumatori di Orvieto e specializzato in questo tipo di contenziosi – aggiunge Marinelli –. L’investitore si è rivolto ai nostri uffici, ha presentato un ricorso d’urgenza chiedendo il rimborso di due buoni postali del valore di 5mila euro (con un rendimento di 2mila euro) che Poste Italiane non gli riconosceva, essendo intervenuta la prescrizione del diritto al risarcimento per decorrenza dei termini. I buoni e gli interessi, secondo le Poste dovevano essere ritirati entro il dicembre del 2019 e non nel novembre del 2022. Il cittadino ha sostenuto di non aver mai saputo che i titoli avessero scadenza settennale né che fossero soggetti a prescrizione visto che tali informazioni non erano riportate sul titolo o sui prospetti informativi oppure in altre comunicazioni delle Poste. L’ente eccepiva che tutte le informazioni relative all’investimento – prosegue Marinelli – sono regolate da normativa primaria che si presume conosciuta e poi da cartelli esposti nelle filiali”.
E qui sta l’inghippo che ha portato alla sentenza favorevole al proprietario dei buoni postali. “Il giudice – spiega infatti Marinelli – ha ritenuto che per quell’investimento la prescrizione sarebbe maturata a dicembre del 2020 e che dai documenti depositati dalle Poste, il prospetto informativo non sarebbe mai stato mostrato o consegnato all’investitore. I buoni, inoltre, non riportano alcuna indicazione sulla durata del rendimento o la scadenza. Per cui un investitore medio non può con tutta evidenza comprendere quale sia la scadenza del buono. Quanto agli avvisi esposti, lo stesso ente dichiara di averli messi nel 2017, ma i buoni erano stati sottoscritti nel 2002”.
Silvia Angelici
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