Unione Nazionale Consumatori Umbria | Coronavirus e crisi dei mercati. Come comportarsi
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Coronavirus e crisi dei mercati. Come comportarsi

Coronavirus e crisi dei mercati. Come comportarsi

Coronavirus e crisi dei mercati. Come comportarsi
di Paolo Polimanti

In questi giorni il risparmiatore sta assistendo ad una vera e propria debacle dei mercati finanziari a seguito dello spandersi del coronavirus e delle ripercussioni che avrà nell’economia reale. Nel giro di un mese – dal 19 febbraio al 19 marzo – le borse mondiali hanno perso mediamente il 30% (MSCI World). Il calo generalizzato di asset come il mercato obbligazionario (adatto ad investitori con un profilo di rischio basso), le materie prime (su tutte il petrolio) e beni rifugio (come l’oro) ha contribuito a generare disorientamento tra i risparmiatori, proprio per mancanza di alternative.

Tuttavia, quello che sta accadendo in questi giorni non è una novità in quanto già in passato abbiamo assistito a crisi più o meno profonde, basti pensare a quanto successo nel 2008-2009 e, probabilmente, in quanto reduci da 10 anni di mercati azionari positivi i risparmiatori hanno dimenticato o perso l’abitudine con quanto già visto.

La domanda che tutti si pongono è come comportarsi in queste situazioni. Nessuno sa quanto possa durare questo momento difficile, quanto sarà lunga l’emergenza sanitaria e, pertanto, nessuno conosce il momento della ripresa dei mercati. Quello che si consiglia in questi casi è di evitare quegli errori tipici dettati dall’emotività che in queste situazione possono portare a gravi scompensi nei portafogli.

L’errore più importante da evitare, sotto la spinta emotiva, di liquidare le posizioni in perdita a seguito della convinzione che il mercato scenda ancora per molto tempo per riacquistare nel momento che si è toccato il fondo; nessuno conosce il punto di minimo e il rischio è rappresentato nel grafico sottostante, ovvero cercare di anticipare il mercato entrando e uscendo nel momento sbagliato.

Come tutte le crisi del passato anche questa finirà e seguirà un fase rialzista. L’investimento, per sua natura e definizione è di lungo periodo e se l’orizzonte temporale che ci siamo dati è di qualche anno cercare di anticipare il mercato, come dimostrato, non porta nessun beneficio.

Da una ricerca fatta negli USA (come si può vedere dal grafico), il rendimento fatto dall’investitore è decisamente più basso di quello realizzato dall’indice S&P500 (il principale indice della borsa statunitense). Questo gap è dovuto essenzialmente al fatto che anziché rimanere investiti, il risparmiatore ha cercato di anticipare il mercato comprando o vendendo a seconda della proprie previsioni sul futuro della borsa americana.

Dalla vicenda del coronavirus, la prima lezione da imparare è la seguente: I crolli non sono in genere prevedibili e seguono ad eventi improvvisi che portano ad un cambiamento rapido della situazione di contesto.

La seconda lezione è che occorre prima di tutto ricordarsi il motivo principale perché abbiamo investito. Se non puoi permetterti di perdere i soldi investiti, probabilmente dovresti vendere e decidere una volta per tutte che l’investimento in Borsa non fa per te. Ma se non si ha questa esigenza, rimanere investiti è la cosa più saggia da fare. Ricordarsi che dopo la crisi del 2008 in dieci anni i mercati hanno realizzato il 431%.

Per concludere si riporta una tabella ove è dimostrato che nel corso degli anni, a partire dalla nota crisi del 1929, dopo una fase di crisi fa seguito una fase di crescita più lunga e consistente.

 

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