Unione Nazionale Consumatori Umbria | CaféLab by EDU presenta il II RifiutoPrezioso, in vista del Natale: Lanterne e Coprifornelli retrò.
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CaféLab by EDU presenta il II RifiutoPrezioso, in vista del Natale: Lanterne e Coprifornelli retrò.

CaféLab by EDU presenta il II RifiutoPrezioso, in vista del Natale: Lanterne e Coprifornelli retrò.

Come anticipato con il post del 29 Settembre 2023, ragionando in ottica di ‘dono’ e/o ‘addobbo’ a partire da uno o più materiali di scarto che potremmo già avere in casa o reperire in questo caso dalla soffitta della nonna, il CafèLab by EDU, con il Patrocinio dell’Area ‘Ambiente e Territorio’ dell’UNC – Unione Nazionale Consumatori – Umbria, ha scelto di documentare la realizzazione di un Recupero Creativo, interessante in vista delle prossime Festività e replicabile se gradito, rappresentato da:

  • un set di Lanterne e Coprifornelli retrò da interno, per declinare un particolare tematismo all’interno di un ambiente o evento domestico.

Le lanterne e i coprifornelli in foto – nostro secondo RifiutoPrezioso suggerito in questa sede, frutto insieme di up-cycling (“riutilizzo creativo”) e do-it-youself (“fai da te”) – sono stati realizzati (non considerando il Primo e il Secondo step sotto citati) in due pomeriggi consecutivi e donati, nel segno del Personal Green Market – PGM, ad una rosa di PIONIERE del PGM amanti di questo genere.

Bene, partiamo!

Non dirò prendete carta e penna…, perchè scriverò io per tutti gli eventuali interessati il percorso che ho eseguito per raggiungere l’obiettivo finale a partire da vecchi barattoli di vetro per conserve, vecchie carte-modello per corredi e spianatoie per la pasta inutilizzati, o scarti di compensato destinati alla discarica:

  • Primo step – Verifica dei materiali prescelti e del loro stato di salute: nel mio caso, avevo sia numerosi vecchi barattoli di vetro per la conserva annuale di pomodoro (piccoli, medi e grandi, tutti con il proprio coperchio di vetro non sempre intatto e doppio anello di ferro completamente arrugginito; “accuditi”, prima, dai miei nonni per un uso e, poi, da me per un ricordo…), sia un frammentario set di vecchie carte-modello di mia nonna Emma, sarta, ulteriormente “arricchito” dal tempo (una delle componenti dei miei bauli di famiglia più scrupolosamente custodita, insieme ai vecchi libri e quaderni, soprattutto per la loro fragilità; alcune di queste carte-modello hanno quasi un secolo di vita, essendo del 1939…); inoltre, avevo anche la vecchia spianatoia di mia zia Federica, oggi appena novantacinquenne, e il retro di un armadio in compensato da un mio trasloco. Queste componenti, tutte per me in buono stato, le ho salvate in prima battuta per la loro storia (a me nota), non certo per rinnovarne la destinazione d’uso originaria; in una seconda fase, la creatività ha disegnato per loro una possibile seconda o terza vita;

  • Secondo step – Pulizia dei materiali e preparazione della zona di lavoro: una volta individuati i materiale prescelti più adatti e graditi esteticamente, è basilare effettuare una loro pulizia profonda; i barattoli sono stati divisi nelle loro tre componenti (due di vetro e una di ferro) e lavati abbondantemente, per almeno due/tre volte, con acqua calda (meglio se quella di cottura), aceto bianco e/o bicarbonato, e messi ad asciugare all’aria, quindi ripassati con un panno di cotone e riposti i vetri in uno scatolone con carta di giornale e il ferro tra scampoli di stoffa in un vaso di coccio posto all’esterno (ma quest’ultima componente è un’altra storia…, sarà un prossimo RifiutoPrezioso suggerito!). Le carte-modello sono state ben srotolate su sezioni di vecchi cartoni e trattenute da pesi non eccessivi né contundenti, passate delicatamente con una mezza patata per rimuovere lo sporco di polvere senza alterare disegni e colori, quindi fatte arieggiare per almeno una settimana, girandole giornalmente e riparandole dall’eventuale sole diretto con delle leggere tende disposte sopra di esse. Mentre, per la pulizia della spianatoia suggerisco, prima di tutto, di verificare lo stato del legno, che non sia fradicio e che sia privo di tarli, qualora invece quest’ultimi fossero presenti, sarebbe auspicabile cambiare il pezzo, ma se fosse l’unico in disponibilità trattarlo con prodotti specifici secondo procedura che richiede un ambiente di lavoro consono per effettuare il trattamento in sicurezza, una certa manualità ed un significativo tempo aggiuntivo da considerare (almeno, 30 giorni in più); una volta effettuata questa verifica, è basilare procedere con una sua pulizia profonda che, nel caso del legno, scongiura l’uso dell’acqua. Manualmente ho, quindi, passato sulla spianatoia della carta vetrata a grammatura fina per levigare la superficie e pulire accuratamente le eventuali fratture presenti e, infine, un panno morbido asciutto per eliminare la polvere. Importante, in ogni progetto in costruzione, organizzare l’ambiente di lavoro per mantenerlo pulito e ordinato, a tal fine, come per il primo RifiutoPrezioso suggerito in questa sede, ho utilizzato delle mie vecchie carte delle uova di Pasqua come basi d’appoggio per i prodotti e gli strumenti necessari, nonché per i materiali prescelti;

  • Terzo step – Taglio a misura, incollaggio e asciugatura dei materiali: a questo punto, ho ritagliato le carte-modello nella dimensione desiderata, facendo attenzione a ridurre al minimo gli scarti, data l’unicità dei pezzi, e mettendo da parte anche il più piccolo frammento, differenziandolo per tema; per fare ciò al meglio ho inizialmente avvolto la carta prescelta su ciascuna componente in lavorazione – sia barattolo e coperchio, sia spianatoia – e poi tagliato (o identificato i vari pezzi necessari di carta), ho quindi passato una pennellata di colla vinilica (più liquida che densa) su un solo lato della spianatoia (quello che si vorrà vedere), su metà della sola superficie esterna del barattolo (posto orizzontalmente su una delle mie vecchie carte delle uova di Pasqua e sostenuto ai due lati da due semplici bicchieri di vetro capovolti) e sul solo lato superiore del suo coperchio. Ho successivamente passato una pennellata di colla vinilica sul retro della carta-modello selezionata che ho adagiato esattamente sulla superficie della spianatoia, del barattolo e del coperchio analogamente preparata; ho quindi passato la colla vinilica anche sul fronte della carta apposta, partendo dal centro verso l’esterno, guidandola con il pennello, soprattutto, nei punti di curvatura. Ho atteso i tempi di asciugatura indicati dal prodotto e, una volta asciugatosi il tutto, ho replicato l’attività sulla restante metà del barattolo, ultimandola (attività questa da non eseguire per la spianatoia e il coperchio);

  • Quarto step – Ultimazione dei nuovi prodotti: una volta verificato il livello di adesione delle carte-modello tra le diverse superfici – che, se non perfetto, ho provveduto puntualmente a ritoccare secondo lo stesso iter sopra descritto; per questo motivo è essenziale un’area di lavoro sempre ben organizzata e mantenere correttamente fino all’ultimo tutti i prodotti in uso e, in questo caso, anche i ritagli della carta-modello prescelta messi da parte all’inizio del processo – ho dato una prima mano di vernice finale opaca all’acqua sulla sola superficie ricoperta dalla carta, atteso i rispettivi tempi di asciugatura e replicato l’attività per garantire maggiore tenuta. Al solo retro della spianatoia di legno, del tutto privo dell’apposizione delle carte-modello, ho scelto di dare una mano di smalto trasparente opaco ed atteso i rispettivi tempi di asciugatura. Per ultimare questi “nuovi” prodotti finali: l’ex spianatoia ha così adornato il mio copri-fornello, creando un ulteriore piano di lavoro utile; ho inserito in ciascun ex-barattolo per conserve una candela su base in alluminio (così da sostituirla agilmente senza sporcare l’interno del barattolo), poi richiuso con il suo coperchio in stile, creando una bellissima lanterna da tavolo; ho posto sul lato privo delle carte-modello di alcuni ex-coperchi dei barattoli per conserve una candelina su base in alluminio (per lo stesso motivo di cui sopra), creando degli originali porta candele; infine, con i rispettivi ex-barattoli senza più l’originale coperchio (sia ricoperti con le carte-modello, che lasciati trasparenti) ho creato degli originali diffusori di profumo, da appendere, attraverso fiori secchi raccolti durante la stagione estiva infusi in olii profumati e “per coperchio” ritagli di vecchie stoffe (meglio se di seta o di lino) trattenute da passamanerie di vecchi corredi o cordini di recupero … questo “nuovo” set d’insieme ha creato quell’atmosfera retrò che ricercavo.

Non mi resta che dire buon lavoro, se vi è piaciuta l’idea, e a presto per il terzo RifiutoPrezioso suggerito by EDU-UNC Umbria!

A seguire, pubblico le foto che ho scattato dalla consolle del mio CafèLab durante il processo creativo appena descritto, integrate con scatti unici della mia Piccola Storia e macro di alcuni particolari di queste “nuove” lanterne e “nuovi” coprifornelli, ma non solo…, romantici e riservati come l’epoca a cui rimandano: