Unione Nazionale Consumatori Umbria | Scuola in presenza, quanto ci manchi. L’indagine degli psicologi sugli adolescenti
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Scuola in presenza, quanto ci manchi. L’indagine degli psicologi sugli adolescenti

Scuola in presenza, quanto ci manchi. L’indagine degli psicologi sugli adolescenti

Oltre sei adolescenti su dieci preferiscono la scuola in presenza. Dad no grazie, dicono gli adolescenti intervistati dal Centro Studi del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi. Che evidenzia un altro dato: fra i giovani dominano sentimenti di tristezza, malinconia, paura

Agli adolescenti manca la scuola in presenza. Perché la scuola in presenza è socialità, luogo di relazione e di crescita emotiva. La didattica a distanza è invece associata a noia, stress e fatica.

Oltre sei adolescenti su dieci preferiscono la scuola in presenza mentre solo quattro su dieci apprezzano quella a distanza. Dad no grazie, dicono insomma gli adolescenti intervistati dal Centro Studi del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), che nell’ambito delle attività fatte insieme al Ministero dell’Istruzione ha presentato i primi risultati di un’indagine sui ragazzi dai 14 ai 19 anni. Il 63% di loro preferisce la scuola in presenza. Fra i ragazzi c’è un diffuso stato di malessere psicologico.

Gli adolescenti, la dad e la scuola in presenza

Dall’indagine degli psicologi emerge dunque che oltre 6 ragazzi su 10 fra i 14 e i 19 anni tengono “molto” alla didattica in presenza e oltre il 54% ne soffre “molto” la mancanza. La scuola in presenza rappresenta infatti uno spazio di relazione, socialità e confronto, nonché di educazione emotiva.

La didattica a distanza è associata ormai a fatica, stress e noia. Ad apprezzarla sono meno di 4 studenti su 10. Le lezioni a distanza sono anche meno seguite rispetto alla scorsa primavera. L’86% dei giovani intervistati dagli psicologi ha dichiarato di aver seguito tutte le lezioni a distanza durante il lockdown, mentre ora la quota scende al 70%. L’indagine è stata consegnata alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

«Ascoltare le opinioni dei giovani, i loro vissuti, è importante. In questo caso i dati dell’indagine ci consegnano uno scenario molto chiaro: la didattica a distanza non attutisce i danni dell’impossibilità di andare a scuola e porta soprattutto stress, noia, fatica – ha detto il presidente del Cnop David Lazzari – Della scuola in presenza ai ragazzi piace la socialità, la possibilità di avere un confronto con gli altri e la possibilità di frequentare amici e compagni, che la didattica a distanza non garantisce. Mentre della scuola in presenza i giovani non apprezzano gli orari rigidi, marginale nota positiva della didattica a distanza».

 

Il malessere psicologico degli adolescenti

Se si guarda al rapporto con la parte “tech” della didattica a distanza, il 67% dei ragazzi intervistati afferma di non avere problemi con le dotazioni tecnologiche, mentre chi ha difficoltà lamenta soprattutto l’assenza o la cattiva qualità della connessione. Quasi tutti i giovani intervistati (il 94% del campione, sintesi del 54% di “molto” e del 40% di “abbastanza”) sentono la mancanza della scuola in presenza.

Gli psicologi denunciano poi che fra gli adolescenti a oggi prevale un sentimento negativo che si traduce in tristezza, malinconia, paura, rabbia e distacco.

«Probabilmente, il dato più allarmante è che solo il 2% dei giovani italiani, in questo momento, riferisce di provare gioia o allegria – dice Lazzari – Un malessere psicologico che deriva dall’isolamento e dalla assenza o carenza delle attività educative ma anche ludiche e sportive».

Sono dati, proseguono gli psicologi, che riscontrano quanto emerso in altre indagini (es. Unicef nov.2020) dove un ragazzo su tre ha chiesto la presenza di reti di ascolto e sostegno psicologico nella scuola.

da Helpconsumatori