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12 Luglio 2018 alle 13:28
Credo di “scoprire l’acqua calda” quando sostengo che l’Italia è la culla della cultura. Il nostro patrimonio culturale è impressionante, eppure non ne siamo pienamente consapevole o, peggio, non vogliamo esserlo. Basterebbe avere occhi attenti, voglia di fare per combattere le avversità burocratiche e sociali quando si prova a valorizzare le risorse culturali del proprio territorio locale. In Italia, qualsiasi territorio è pieno di ricchezza artistica.
Allora bisognerebbe proporre bandi, finanziamenti, scambi interculturali con altri Paesi in modo da riuscire a mettere in moto un mercato dalle potenzialità immense.
Se si trova un chiostro francescano abbandonato ricco di affreschi di proprietà privata, per esempio, bisognerebbe dare la possibilità, con fondi e con l’autorità amministrative, a coloro che ne hanno voglia, di scardinare l’ostruzionismo dei proprietari e farlo rivivere. Si possono creare applicazioni tecnologiche che permettono di vivere in 3D le opere d’arte difficilmente accessibili, in modo da trasformare un’opera in parte attiva della propria esistenza. Far vivere le emozioni del passato, ricostruire in 3D antiche città o palazzi e mostrare la vita dei tempi antichi. Pensare a percorsi multimediali e compiere una buona campagna pubblicitaria.
La cultura creativa è possibile, ma occorre che il sistema ci dia una mano!!!!