Gestione Canili Sanitari

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Questo argomento contiene 0 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Annagrazia 5 anni, 6 mesi fa.

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  • Annagrazia
    Partecipante

    Il rispetto per il mondo, la natura e la vita è uno dei motivi che distinguono l’uomo da un robot. La vita, chiunque ne abbia una, uomini, animali, piante o altro va rispettata. Stamattina in radio, mentre mi recavo in ufficio come ogni mattina, ho sentito parlare dell’ultime notizie riguardo il cambiamento climatico e il motivo della mia attenzione, non sempre incentivata dalle notizie in genere soprattutto alle nove di mattina, è stata attirata dalla “novità” che ormai è tardi per recuperare, come dico io, “il tempo perduto” cioè le temperature si sono alzate di un grado e mezzo e non possiamo più, con tutte le politiche ambientali in atto, cambiare questa situazione e la sua evoluzione ma solo limitarne i danni. Questo mi ha fatto pensare. Ho pensato ad un mondo che abbiamo ormai sfruttato “fino all’osso” e a ciò che ci rimane, infatti è proprio ciò che ci rimane a dover essere preservato. Una di queste cose è la vita, parliamo della situazione ad esempio dei canili del centro e del sud: vengono chiamati canili lager, questo per rendere meglio l’idea, nonostante vengano finanziati dallo stato o da onlus hanno sempre bisogno di donazioni che siano in moneta oppure in beni primari come cibo o addirittura coperte per l’inverno. I recinti, per non dire gabbie, sono scoperte e soggette ai cambi climatici. I cani hanno a disposizione delle piccole cucce dove ripararsi, oltretutto cucce spesso di legno e quindi completamente inzuppate di acqua. Le loro zampette affondano nel fango quando piove e bruciano al sole l’estate.

    Ci siamo evoluti ma a spese altrui. Bisognerebbe creare dei veri rifugi semi-coperti così da essere adatti in ogni stagione, e per far questo basta una mezza tettoia non parlo di chissà quale struttura architettonica. Dovrebbe esserci più controllo da parte del Ministero preposto o dell’ente preposto che dovrebbe verificare il numero di animali all’interno della struttura e nel caso predisporre dei trasferimenti, dovrebbe verificare la vivibilità degli ambienti e la pulizia, anche perché come sappiamo i cani spesso si ammalano quando si ammalano potrebbero essere contagiosi per gli altri animali, oppure non venire mai adottati.

    Un’altra cosa che ho pensato è che non vedo attività di incremento all’adozione. Una volta ho provato ad adottare un cane dal canile contattando online, su un social famoso, un canile sanitario. Ho avuto solo un paio di risposte e poi sono spariti. Vedo mille annunci sui social ma non vengono, per esempio, organizzati degli eventi all’aperto con un tot di cani che cercano famiglia e ai quali la gente può avvicinarsi o toccarli con mano accarezzandoli, magari se non in quel momento ma un’altro giorno quelle persone potrebbero recarsi volontariamente al canile per adottare il cane visto durante quell’evento.

    Ho visto attività simili sono da alcune associazioni in Abruzzo e pochissime, per non dire mai, in Umbria.
    Iniziamo a risolvere le problematiche che abbiamo sotto il naso.
    Il tema del canile era solo un esempio pratico del mancato rispetto della vita. Potrei portare mille altri esempi di mancato rispetto della natura, della vita e degli animali.

    Spero di aver smosso o anche solo dato un piccolo brivido alle coscienze.
    Anna

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