Strategia Europea12
La strategia dell'UE per la gioventù ha due obiettivi principali:
• offrire ai giovani nuove e pari opportunità nell'istruzione e nel mercato del lavoro;
• incoraggiare i giovani a partecipare attivamente alla società.
La Commissione europea (CE) è l'organo responsabile dell'attuazione della strategia europea per la gioventù per il periodo 2010-18. La CE funge da moderatore per definire una posizione politica comune agli Stati membri dell'UE e ricopre il ruolo di organo esecutivo, gestendo le attività previste nell'ambito di iniziative come Erasmus+ o il Servizio Volontario Europeo (SVE).
A livello locale, invece, la strategia dell'UE per la gioventù è realizzata dai singoli stati membri, con il supporto e l'assistenza della Commissione europea per quanto riguarda:
• le iniziative specifiche destinate ai giovani per incoraggiare l'apprendimento non tradizionale, la partecipazione e il volontariato, l'animazione socioeducativa, la mobilità e l'informazione;
• le attività trasversali per far sì che si tenga conto delle tematiche giovanili al momento di elaborare, attuare e valutare politiche ed azioni in altri settori che hanno un impatto considerevole sui giovani, come istruzione, lavoro, salute e benessere.
Infine, la Direzione Generale per Istruzione e Cultura (DG EAC) è l'organo esecutivo che si occupa dello sviluppo di politiche in ambito di educazione, cultura, gioventù, lingue e sport, a livello dell'Unione Europea. A questo proposito, la DG EAC elabora diversi progetti e programmi, tra cui spiccano il programma Erasmus+ e Europa Creativa.
DG EAC ha anche il compito di supervisionare l'operato dell'Agenzia Esecutiva per Istruzione, Cultura e servizi Audiovisivi (EACEA). L'EACEA è l'agenzia responsabile della concreta realizzazione di programmi e attività per conto della Commissione Europea. Il sito dell'EACEA mette anche a disposizione tutte le informazioni relative alle possibilità di finanziamento e alle opportunità nel campo dell'educazione, training, gioventù, sport, cittadinanza, audiovisivo, cultura e volontariato.
L'attuazione della strategia dell'UE per la gioventù si basa su due principi fondamentali: la collaborazione con gli Stati membri (Metodo Aperto di Coordinamento) ed il dialogo strutturato.
La collaborazione con gli Stati membri comporta lo scambio di buone pratiche, idee e informazioni, nonché' la definizione di un programma coordinato per sostenere le politiche comuni e per affrontare eventuali sfide condivise. Tale processo di scambio è chiamato Metodo Aperto di Coordinamento ed ha, tra l’altro, l'obiettivo di migliorare la base di conoscenze per l'elaborazione di politiche giovanili efficaci.
Le politiche giovanili in questione possono essere efficaci solo se I giovani e le organizzazioni giovanili a tutti I livelli nei paesi UE sono consultati in modo regolare. Il dialogo strutturato con I giovani ha esattamente l'obiettivo di generare una riflessione comune permanente sulle priorità e l'attuazione della collaborazione europea nel campo delle politiche giovanili e sul seguito che ne viene dato.
La strategia propone iniziative in otto ambiti:
1. Istruzione e formazione
2. Occupazione e imprenditorialità
3. Salute e benessere
4. Partecipazione
5. Attività di volontariato
6. Integrazione sociale
7. I giovani e il mondo
8. Creatività e cultura
Gli obiettivi della strategia dell'UE per la gioventù
Al fine di ridurre l'attuale squilibrio di competenze in Europa e assicurare una facile transizione dalla scuola al primo impiego ai giovani provenienti da tutti gli stati membri, l'Unione Europea si impegna a:
- garantire a tutti i giovani un pari accesso ad un'istruzione e formazione di qualità;
- sviluppare l'animazione giovanile e opportunità di apprendimento non tradizionale;
- fornire collegamenti tra istruzione tradizionale e apprendimento non tradizionale;
- migliorare la transizione dal mondo della scuola/università' al mercato del lavoro;
- ridurre l'abbandono scolastico.
Istruzione e Formazione in UE
La Relazione europea sulla Gioventù del 2015 afferma che tutti gli indicatori relativi al settore Istruzione e Formazione confermano una tendenza positiva verso il raggiungimento degli obiettivi europei:
1. In media, i giovani europei trascorrono più di 17 anni in percorsi di educazione formale. Tale periodo di studio ha addirittura registrato un aumento negli ultimi anni. I giovani sono sempre più istruiti e la percentuale di giovani in possesso di una qualifica scolastica secondaria superiore supera l'80% della popolazione.
2. Negli ultimi tre anni, la proporzione di persone tra i 30-34 anni che hanno ottenuto un'educazione di terzo livello è cresciuta, anche se non con lo stesso ritmo in tutti gli stati membri UE. In media, si può sostenere che oltre un terzo degli europei tra i 30 e 34 anni sono in possesso di una laurea.
3. Nonostante il trend positivo nel raggiungimento di titoli di studio, una parte significativa dei giovani europei si confronta quotidianamente con le difficoltà del sistema di istruzione nazionale e spesso si trova costretto ad abbandonare prematuramente gli studi, senza avere ancora ottenuto un certificato o una qualificazione scolastica rilevante. In media, circa l'11% degli Europei fra i 18-24 anni abbandona il percorso scolastico avendo completato almeno il ciclo di istruzione secondaria inferiore. Dal 2000 si è registrato un declino nella proporzione dei giovani europei che abbandona prematuramente l'istruzione.
4. In media, un ragazzo (15 anni) su cinque dimostra un basso livello di conoscenza nelle tre competenze chiave (lettura, matematica, scienze). Ciò nonostante, dal 2009, la percentuale dei giovani con un basso punteggio nelle tre competenze chiave è scesa nella maggior parte dei paesi europei.
Purtroppo, chi non riesce a beneficiare dei miglioramenti nell'ambito dell'istruzione deve superare delle sfide ancora più complesse. Molti giovani presentano difficoltà a terminare il percorso scolastico intrapreso, portando a completo sviluppo tutte le competenze e conoscenze previste. Inoltre, i progressi e gli avanzamenti per migliorare le competenze chiave dei giovani europei sono ancora incerti. Questa situazione riduce ulteriormente le opportunità di partecipare attivamente alla vita della loro comunità di appartenenza, con ripercussioni negative anche per quanto riguarda l'integrazione sociale.
Nella cornice della Strategia per la crescita e l'impiego, Europa 2020 l'UE si adopera a promuovere l'occupazione e lo spirito imprenditoriale tra i giovani. In particolare, l'UE aspira a raggiungere un tasso di occupazione giovanile in linea con l'obiettivo europeo del 75%, per la fascia di popolazione fra i 20-64 anni di età. L'imprenditorialità è considerata uno strumento essenziale per contrastare la disoccupazione giovanile, l'esclusione sociale e per stimolare l'innovazione e la creatività fra i giovani europei.
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
La Commissione europea e i paesi membri si impegnano a:
• integrare le problematiche dei giovani nelle strategie per l'occupazione;
• promuovere l'acquisizione delle qualifiche richieste dai datori di lavoro;
• sviluppare servizi di orientamento e di consulenza professionali;
• promuovere opportunità di studio e formazione all'estero per i giovani;
• migliorare l'assistenza all'infanzia e incoraggiare la condivisione delle responsabilità parentali per un migliore equilibrio tra vita professionale e privata;
• incoraggiare l’imprenditorialità.
Occupazione e Imprenditorialità in EU
La relazione sulla gioventù europea (2015) illustra come la crisi economica, iniziata nella primavera del 2008, abbia drasticamente modificato il mercato del lavoro, causando gravi problemi di disoccupazione soprattutto ai giovani alla ricerca di un primo impiego. Per le nuove generazioni di lavoratori è sempre più complesso trovare e mantenere un impiego stabile e, in caso di assunzione, spesso si corre il rischio di essere iper-qualificati per quella determinata posizione lavorativa.
La disoccupazione, compresa la disoccupazione di lungo periodo, è aumentata fra le fasce più giovani della popolazione, colpendo in particolar modo quei paesi che già si trovano in una situazione economica instabile. Condizioni di lavoro insicure, contratti a tempo determinato e lavoro part-time non volontario sono diffusi e talvolta peggiorati.
Nonostante la situazione ostile e negativa, tra il 2013 e il 2014 si è avvertito qualche segnale di miglioramento per quanto riguarda l'occupazione giovanile. Segnali che hanno diffuso la speranza che il trend negativo provocato dalla crisi economica si stesse invertendo.
Se si analizza la situazione dei giovani fra i 15 e i 29 anni durante l'arco temporale 2011-2014, una contrazione dell'occupazione è chiaramente evidente. L'occupazione per i giovani compresi nella fascia di età 15-29 anni è diminuita per più di 1.8 milioni di posti di lavoro, passando da 42.200.000 nel 2011 a 40.400.000 nel 2014. Nel 2014, più di 8.500.000 giovani fra i 18-29 anni erano disoccupati.
Dall'inizio della crisi economica e finanziaria, l'aumento della disoccupazione (per tutte le fasce di età: 15-19, 20-24 e 25-29) è stato più sfavorevole per i giovani che per la popolazione più anziana, già attiva sul mercato del lavoro (età 25-64).
Il tasso di disoccupazione UE-28 per i giovani ammontava al 26.3% nel 2014 per la fascia di età 15-19; 20.6% per la fascia di età fra i 20-24 anni e 13.6% per il gruppo compreso fra i 25-29 anni. Questi tassi sono aumentati fra il 2011 e il 2014 per i due gruppi più anziani (20-24 e 25-29), mentre per il gruppo più giovane (15-19 anni) si è registrato un piccolo miglioramento (-1.9%). Per i due gruppi più anziani il cambiamento consiste in un aumento del 4% per la fascia di età 20-24 anni e del 7.9% per i giovani fra 25-29 anni. Da un punto di vista di genere, il tasso di disoccupazione UE-28, tra il 2011 e il 2014, ha seguito una simile tendenza sia per la popolazione di sesso maschile che femminile.
La situazione occupazionale dei giovani europei è stata ulteriormente complicata dal cosiddetto fenomeno della disoccupazione di lungo periodo, che colpisce una proporzione sempre maggiore di giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile di lungo periodo cambia a seconda delle fasce di età considerate. Il valore medio europeo per i giovani di età fra 15-19 anni, nel 2014, ammontava al 5.8% (+3.6% rispetto al 2011). Per i giovani fra i 20-24 anni il tasso di disoccupazione di lungo periodo è passato dal 6.5% nel 2011 al 7.7% nel 2014. Infine per i giovani fra 25-29 anni, il tasso in analisi è aumentato dal 4.9% del 2011 al 5.9% del 2014.
Nonostante il tasso di disoccupazione giovanile rapportato al totale della popolazione di età compresa fra 15-24 anni sia molto più basso del tasso di disoccupazione giovanile, dal momento che prende in considerazione anche i giovani economicamente inattivi, anche il tasso di disoccupazione rapportato ha subito un aumento, provocato dagli effetti della crisi sul mercato del lavoro. Infine, è importante considerare che una buona percentuale di giovani è stata impiegata solo in modo temporaneo, con contratti part-time o a condizioni di lavoro non uniformi rispetto a quelle possibili nel 2011.
Il Trattato costitutivo dell'Unione europea impegna l'UE a sostenere la salute e il benessere dei suoi cittadini e a collaborare con gli Stati membri per assicurare un buon sistema sanitario, prevenire la diffusione di malattie ed eliminare eventuali pericoli alla salute psico-fisica dei cittadini UE.
In cosa consiste la Strategia UE “Insieme per la salute” 2014-2020:
La strategia globale dell'UE Insieme per la Salute, adottata nel 2007, sostiene il programma globale Europa 2020.
Europa 2020 intende trasformare l'Unione europea in un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva, capace di promuovere la crescita per tutti. Per realizzare questo obiettivo, la buona salute della popolazione è un requisito fondamentale.
Insieme per la salute:
• risponde alle sfide che gli stati membri devono affrontare, rafforzando la collaborazione e il coordinamento in tutta l'UE;
• integra le politiche sanitarie nazionali, in sintonia con l'articolo 168 del trattato sul funzionamento dell'UE.
Il budget allocato dalla Commissione europea per realizzare il terzo Programma per la Salute europeo (2014-2020) è pari a 449.400.000 €.
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
La strategia dell'UE per la gioventù punta a sostenere la salute e il benessere dei giovani, rivolgendo un'attenzione particolare a:
• promuovere la salute psicofisica e sessuale, lo sport, l’attività fisica e stili di vita sani;
• prevenire e curare gli infortuni, i disordini alimentari, le dipendenze e l'abuso di sostanze stupefacenti;
• promuovere l'educazione alimentare;
• favorire la collaborazione tra scuole, educatori, operatori sanitari e organizzazioni sportive;
• rendere le strutture sanitarie più accessibili e fruibili da parte dei giovani;
• sensibilizzare allo sport come strumento per promuovere il lavoro di gruppo, l'apprendimento interculturale e il senso di responsabilità.
Salute e Benessere in UE
Generalmente, i giovani non solo si dichiarano più soddisfatti del loro stile di vita rispetto a gruppi della popolazione più anziani, ma esprimono anche una percezione più positiva e ottimista del loro stato di salute. La proporzione dei giovani cittadini UE tra i 16 e i 24 anni che definisce il proprio stato di salute come “grave” o “molto grave” conta 8.4 punti percentuali in meno rispetto al totale della popolazione. Nonostante in generale i giovani godano di un buono stato di salute, sono anche soliti metterlo a rischio più spesso rispetto a fasce della popolazione più anziane. Infatti, i giovani sono spesso propensi ad adottare comportamenti rischiosi come il fumo, consumo di alcool, sostanze stupefacenti, inattività fisica e rapporti sessuali non protetti. Questi comportamenti rischiosi sono positivamente influenzati dai seguenti fattori sociali: privazioni economiche, esclusione sociale, accesso all'istruzione, situazione familiare e scolastica.
Dal 2000, si registra una riduzione della proporzione di fumatori regolari fra i giovani, anche se tale riduzione non interessa allo stesso modo tutti gli stati membri.
I giovani, in particolare di sesso maschile, sono più propensi al consumo di cannabis rispetto a fasce della popolazione più anziani. Il tasso di suicidi è rimasto piuttosto stabile in tutta l'UE-28, con un lieve picco dal 2008 sia fra i giovani che fra la popolazione complessiva.
La partecipazione giovanile alla vita democratica e la presenza della loro voce in un dialogo strutturato con i responsabili politici sono fattori fondamentali per lo sviluppo di una democrazia sana e di politiche giovanili sostenibili. La Commissione Europea e gli stati membri si impegnano a stimolare la partecipazione e un attivo coinvolgimento delle fasce più giovani della popolazione all'elaborazione delle politiche che li riguardano.
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
A questo proposito, la strategia dell'UE per la gioventù cerca di incoraggiare i giovani a partecipare al processo democratico e a sviluppare forme di cittadinanza attiva. Inoltre, provvede a:
• sviluppare un meccanismo per avviare un dialogo con i giovani e agevolare la loro partecipazione all'elaborazione delle politiche nazionali;
• sostenere le organizzazioni giovanili, inclusi i consigli della gioventù locali e nazionali;
• promuovere la partecipazione dei gruppi di giovani sottorappresentati nella politica, nelle organizzazioni giovanili e in altre organizzazioni della società civile;
• sostenere modalità per “imparare a partecipare” fin dalla più tenera età.
Partecipazione alla società civile in UE
In media, circa il 33% dei partecipanti al Sondaggio Sociale europeo (European Social Survey) del 2012 ha dichiarato di coltivare un interesse molto, o abbastanza, accentuato nei confronti della politica. Ovviamente, tale interesse varia a seconda del paese di origine degli intervistati: gli stati membri del nord Europa e i paesi scandinavi contano una buona quota di persone attivamente impegnate alla vita politica, mentre gli abitanti dell'Europa meridionale registrano un interesse più contenuto nei confronti della vita politica.
Il Sondaggio Sociale europeo contraddice anche la credenza diffusa secondo cui i giovani europei sono disillusi e distaccati dalla vita politica. Circa un terzo degli intervistati, infatti, dichiara di essere interessato alle questioni politiche e, in media, negli ultimi dieci anni l'interesse dei giovani europei si è attestato su un livello stabile. Fra le diverse fasce di età giovanile (15-29 anni), i giovani fra i 25 e 29 anni sono coloro che dimostrano un più vivo interesse alle questioni politiche.
L'impegno elettorale e l'attivismo all'interno di un partito politico sembra interessare solo una parte ridotta della popolazione giovanile.
Un sondaggio Eurobarometer del 2012 evidenzia che soltanto un giovane europeo su due ritiene che recarsi alle urne sia uno fra i modi più rilevanti per esprimere le loro preferenze politiche. Nel dettaglio, il 47% dei giovani fra 15-24 anni e il 50% dei giovani intervistati fra 25-34 anni ritiene che recarsi alle urne sia un'espressione importante delle loro preferenze politiche. Coerenti con questi dati sono i bassi livelli di affluenza giovanile alle urne negli ultimi anni. Secondo i dati Eurobarometer, in media circa il 60% dei giovani intervistati si è recato alle urne tra il 2011 e il 2014.
Anche la partecipazione alla vita politica di un partito sembra riscuotere un basso interesse fra i giovani europei. Tra il 2011 e il 2014, l'appartenenza a un partito politico si è attestata a una media del 5% a livello UE.
La netta maggioranza dei giovani si dichiara favorevole al sistema democratico, nonostante si riveli poi piuttosto critica del funzionamento concreto della democrazia. Per questo molti giovani si distanziano dalla partecipazione in un partito politico per avvicinarsi invece ad altre forme di attivismo: in organizzazioni non governative o in organizzazioni impegnate a livello locale. In media, i partecipanti ad attività di organizzazioni locali o di ONG rappresentano circa il doppio dei giovani attivi nella vita di un partito politico. Oggi, internet e i social media rappresentano una piattaforma di partecipazione politica non trascurabile. I giovani sono una categoria particolarmente impegnata nell'utilizzo di tali forme di comunicazione e partecipazione. In media, nel 2014 circa il 50% dei giovani europei ha fatto uso di Internet per entrare in contatto o interagire con le autorità politiche.
Circa il 18% dei giovani europei utilizza Internet anche per scambiare opinioni e impegnarsi in dibattiti politici online. I ragazzi fra 15-24 anni dichiarano di favorire uno scambio online di opinioni e idee, piuttosto che recarsi personalmente in luoghi di dialogo e dibattito pubblico.
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
Non solo il volontariato stimola lo sviluppo personale, la mobilità e la coesione sociale, ma costituisce anche un eccellente esempio di apprendimento non formale. La strategia dell'UE per la gioventù promuove:
• un maggiore riconoscimento del valore delle attività di volontariato e delle competenze che promuove;
• buone condizioni di lavoro per i giovani volontari e la possibilità di svolgere attività che siano fonte di arricchimento personale;
• la solidarietà intergenerazionale;
• il volontariato transnazionale.
Il Consiglio sulla mobilità dei giovani volontari nell'UE intende favorire la moltiplicazione delle opportunità oltre frontiera. A questo scopo, il suddetto Consiglio incoraggia gli stati membri a:
• sensibilizzare maggiormente i giovani ai vantaggi delle attività di volontariato svolte all'estero;
• moltiplicare le opportunità di volontariato all'estero;
• promuovere la qualità attraverso la messa a punto di strumenti di autovalutazione;
• riconoscere le competenze acquisite con le attività di volontariato, mediante strumenti come Europass e Youthpass;
• promuovere la mobilità transfrontaliera degli operatori e dei giovani nelle organizzazioni giovanili;
• prestare particolare attenzione ai giovani con minori opportunità.
Attività di volontariato a livello europeo
Il sondaggio Flash Eurobarometer condotto nel 2014 evidenzia che circa un giovane europeo su quattro ha partecipato ad attività di volontariato. I dati sulla partecipazione giovanile in attività di volontariato rimangono piuttosto stabili a livello europeo, mentre presentano qualche variazione all'interno degli stati membri.
Le fasce anagrafiche più giovani appaiono più attive rispetto ai colleghi più adulti. Si registra una preferenza per i progetti e servizi di volontariato a beneficio della propria comunità di appartenenza e inoltre, dal 2011, la proporzione di giovani che ha intrapreso questo tipo di attività ha registrato un aumento. A parte i giovani impegnati in attività di volontariato a livello locale, molti sono impegnati in attività caritatevoli di aiuto allo sviluppo o umanitarie, che presentano una dimensione più globale.
Istruzione, formazione e attività sportive sono settori di volontariato piuttosto popolari fra i giovani europei. Al contrario, i gruppi e le organizzazioni ambientaliste, animaliste o legate a temi politici, culturali o religiosi, sembrano riscuotere meno successo. Allo stesso tempo, nonostante la percentuale di giovani che si reca all'estero per motivi di studio e formazione è aumentata negli ultimi anni, gli europei che varcano il confine del proprio paese per svolgere un’attività di volontariato all'estero sono molto meno numerosi. Soltanto il 2% dei giovani europei dichiara infatti di avere svolto attività di volontariato all'estero.
In media, solo un quarto dei giovani che ha svolto un’attività di volontariato ha ottenuto un certificato o un diploma che documenti il lavoro svolto e le competenze acquisite, anche se dal 2011 questa percentuale è in lieve aumento.
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
La Commissione europea incoraggia e supporta gli stati membri UE nell'elaborazione di politiche che favoriscano l'integrazione sociale e l'assistenza sociale. La recente crisi economica ha peggiorato la situazione di povertà e di emarginazione dei giovani europei. Per supplire a questo problema, la strategia europea per la gioventù mira a:
• sfruttare pienamente le possibilità offerte dall'animazione socioeducativa e dai centri giovanili come strumento di integrazione;
• incoraggiare un approccio trasversale per affrontare il problema dell'esclusione in ambiti come l'istruzione, l'occupazione e l'integrazione sociale;
• sostenere la sensibilizzazione interculturale e combattere i pregiudizi;
• sostenere l'informazione e l'educazione dei giovani sui loro diritti;
• affrontare il problema dei senzatetto, degli alloggi in generale e della povertà;
• agevolare l'accesso a servizi di qualità, ad esempio i trasporti, l'integrazione digitale, la salute e i servizi sociali;
• promuovere strutture d'assistenza specifiche per le giovani famiglie.
Integrazione sociale in EU
Gli effetti della crisi economica del 2008 continuano a ripercuotersi sulla situazione economica e sull'integrazione dei giovani. Secondo un recente sondaggio Eurobarometer, la maggioranza dei giovani europei si sente ancora esclusa e marginalizzata dalla vita economica e sociale. Tale malessere tocca in particolar modo gli abitanti di stati che hanno particolarmente subito gli effetti negativi della crisi economica e finanziaria.
L’instabilità del mercato del lavoro, gli elevati tassi di disoccupazione giovanile e le incertezze che ne derivano, influenzano negativamente molti aspetti della vita dei giovani europei, tra cui il loro livello di privazione e indigenza, le condizioni di vita, salute e benessere, fino alla loro partecipazione politica e culturale. Questa situazione ha diffuso un sentimento di esclusione sociale, soprattutto fra i gruppi più vulnerabili.
Le condizioni di povertà e indigenza giovanile dipendono fortemente dalla scelta di lasciare la casa dei genitori nell'intenzione di intraprendere una vita indipendente e autonoma rispetto al proprio nucleo familiare d'origine. Non a caso, il trasloco dalla casa di famiglia è uno dei più forti indicatori di povertà giovanile. Anche se la scelta di fuoriuscire dal nucleo familiare non è sempre una scelta definitiva (molti giovani che non riescono a sostenere uno stile di vita indipendente da un punto di vista economico spesso scelgono di rientrare nella casa dei genitori), bisogna considerare che l’età di abbandono del nido familiare è molto variabile fra i paesi UE.
In media, i giovani europei lasciano la casa dei genitori a 26 anni, con notevoli differenze a seconda dello stato di appartenenza e del sesso. Una chiara separazione si riscontra tra gli stati UE nordoccidentali rispetto a quelli sud-orientali. Generalmente, i giovani europei nord-occidentali lasciano il nucleo familiare molto prima dei loro coetanei sud-orientali.
Un altro indicatore efficace per rilevare la probabilità di indigenza ed esclusione sociale giovanile è la misurazione del “rischio di povertà” insieme all' “esclusione sociale”, a loro volta basati su tre indicatori della povertà: il tasso di rischio di povertà; un grave tasso di privazione materiale; vivere in famiglie a bassissima intensità di lavoro. Le persone a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale in genere ricadono in almeno una delle categorie descritte da questi indicatori.
In media, in UE-28 il tasso di giovani a rischio di povertà o di esclusione sociale (età 15-29) è superiore (29% nel 2013) a quello delle persone al di sotto dei 16 anni (27.3%) o del totale della popolazione (24.5%).
Nel 2013, il tasso di giovani a rischio di povertà o di esclusione sociale si è assestato a un livello stabile per quanto riguarda il totale della popolazione e per i minori di 15 anni, ma ha continuato a crescere per la categoria dei giovani tra 15-29 anni, accentuando il divario fra la situazione di povertà dei giovani europei e il totale della popolazione. Nel 2013, i giovani a maggiore rischio di povertà o di esclusione sociale appartenevano alla gruppo compreso fra i 20 e i 24 anni (31.5%).
Infine, i gruppi più vulnerabili comprendono i giovani non impegnati in un lavoro, istruzione o formazione (NEET) e la categoria dei giovani immigrati. La categoria dei NEET ha registrato un aumento nel 2009, colpendo in particolare modo il gruppo anagrafico 15-24 anni e ha subito un ulteriore aumento nel 2012 (13.1%), per poi iniziare un lento declino.
Per quanto riguarda la categoria dei giovani immigrati e delle minoranze etniche, è importante operare una divisione: i giovani nati all'estero sono considerati più vulnerabili rispetto al rischio di povertà e esclusione sociale rispetto a chi è nato in Unione Europea (43.8 % vs. 28.1 % nel 2013).
L'UE incoraggia i giovani a collaborare con paesi e regioni esterne all'Unione Europea, così come esorta i giovani cittadini UE a partecipare ai processi politici mondiali ed al dibattito su temi di rilievo globale come il cambiamento climatico, i Millennium Development Goals dell'ONU, i diritti umani.ù
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
In particolare, la strategia europea per la gioventù si propone di:
• sensibilizzare i giovani ai temi globali;
• offrire ai giovani la possibilità di avere sui temi globali uno scambio di opinioni con i responsabili politici;
• favorire la comprensione reciproca tra i giovani di tutto il mondo attraverso il dialogo;
• incoraggiare i giovani a partecipare a progetti ecologici di volontariato (“volontariato verde”) e ad adottare comportamenti rispettosi dell'ambiente (riciclaggio, risparmio energetico, ecc.);
• promuovere le opportunità imprenditoriali, occupazionali, educative e di volontariato in ambito extraeuropeo;
• promuovere la collaborazione e gli scambi tra operatori giovanili di diversi continenti;
• incoraggiare i giovani a partecipare ad attività di volontariato in paesi in via di sviluppo o a svolgere attività di cooperazione allo sviluppo nel proprio paese.
I giovani nel mondo in EU
I giovani europei sono interessati ed attivamente impegnati in temi di rilevanza globale quali lo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico, come emerge da recenti sondaggi Eurobarometer.
Inoltre, la quota di giovani che sceglie di adottare uno stile di vita ecologico, rispettoso nei confronti dell'ambiente e del cambiamento climatico, è in crescita. Le azioni più comuni sono: svolgere la raccolta differenziata (74%), ridurre il consumo di acqua e di energia (65%), ridurre il consumo e lo spreco di oggetti usa e getta (58%). Quando però si passa alla rilevazione di forme di coinvolgimento più attivo e strutturato in attività organizzate, la partecipazione dei giovani europei si riduce. Un recente sondaggio Eurobarometer evidenzia che solo il 3.1% dei giovani europei partecipa all’attività di ONG impegnate nella lotta al cambiamento climatico o nella sensibilizzazione a stili di vita ecologici. La percentuale passa al 4.7% quando si tratta di partecipazione giovanile in ONG attive nella promozione dei diritti umano o dello sviluppo, mentre l'11% dei giovani europei dichiara di avere collaborato con una ONG attiva nel miglioramento della comunità a livello locale.
L'Unione europea sostiene la creatività e la capacità d'innovazione dei giovani mediante l'accesso e la partecipazione alla cultura.
Quali sono gli obiettivi dell'UE?
In particolare la strategia dell'UE per la gioventù punta a:
• sostenere lo sviluppo della creatività tra i giovani;
• ampliare l'accesso alla cultura e agli strumenti atti a favorire la creatività;
• facilitare l'accesso alle nuove tecnologie;
• garantire l'accesso ad ambienti in cui i giovani possano sviluppare la loro creatività e i loro interessi;
• facilitare i contatti e la collaborazione tra politiche e programmi in materia di cultura, istruzione, salute, integrazione, media, occupazione e gioventù, al fine di promuovere la creatività e la capacità d'innovazione;
• promuovere corsi di formazione specializzati per gli operatori giovanili in materia di cultura, nuovi messi di comunicazione e competenze interculturali;
• promuovere forme di collaborazione tra i settori culturali e creativi, organizzazioni giovanili e operatori socioeducativi;
• facilitare e sostenere i talenti e le capacità imprenditoriali dei giovani.
Creatività e Cultura in EU
Due sondaggi Eurobarometer, condotti rispettivamente nel 2011 e nel 2014, illustrano le oscillazioni della partecipazione giovanile a diversi tipi di attività culturali. Le principali tendenze che emergono da tale analisi rivelano un generale declino nell'interesse dei giovani a partecipare a eventi o esperienze culturali. In particolare, si è registrata una notevole riduzione della partecipazione giovanile a spettacoli teatrali, danza o opera (-14%), seguito dalla frequenza delle loro visite al cinema e a concerti (-9%) e visite a monumenti storici, musei e gallerie (-6%).
La crisi economica è sicuramente una delle cause che ha infierito negativamente sulla partecipazione dei giovani ad attività culturali in diversi paesi UE.