
Reddito di cittadinanza, svolta della Consulta: “Cinque anni di residenza bastano, la norma sui 10 era illegittima”
La Corte costituzionale cambia le regole: migliaia di stranieri potrebbero fare ricorso contro le richieste di rimborso dell’INPS
Importante sentenza della Corte costituzionale sul reddito di cittadinanza: con la decisione n. 31 del 2025, è stato dichiarato illegittimo il requisito dei 10 anni di residenza in Italia per gli stranieri che fanno richiesta della misura. Secondo la Consulta, un termine minimo di 5 anni di residenza – in linea con altri precedenti della stessa Corte e con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea – è sufficiente per avere accesso al reddito, anche per i cittadini extra-comunitari.
La questione: richieste di restituzione da parte dell’INPS
Negli ultimi anni, migliaia di cittadini stranieri che avevano ottenuto il reddito di cittadinanza si sono visti recapitare dall’INPS richieste di restituzione dell’intera somma, proprio perché non risultavano in Italia da almeno dieci anni al momento della domanda. Una prassi ora smentita dalla Corte costituzionale, che apre la strada a una valanga di ricorsi da parte di chi ha ricevuto queste comunicazioni pur avendo maturato almeno cinque anni di residenza legale in Italia.
Cosa cambia adesso
Secondo quanto emerge dalla sentenza, la norma sul requisito dei 10 anni è discriminatoria e sproporzionata, e viola i principi costituzionali in materia di parità di trattamento e diritti sociali.
Si tratta di una decisione che potrebbe incidere direttamente sulla vita di molti residenti stranieri regolari, che – pur essendo parte integrante del tessuto sociale e lavorativo del Paese – si erano visti negare un diritto fondamentale.
“Contattateci, possiamo aiutare”
L’Unione Nazionale Consumatori Umbria, da sempre impegnata nella tutela dei diritti sociali e dei soggetti più fragili, invita tutti coloro che si trovano in questa situazione a contattare i propri sportelli per ricevere informazioni, chiarimenti e, se necessario, valutare azioni legali, scrivendo a info@consumatoriumbria.it
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