Nuove regole, sugli autovelox: cosa cambia con il DM 2024

Arriva la riforma sugli autovelox

E’ il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dell’11 aprile 2024 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 maggio) a realizzare una articolata riforma delle regole sugli autovelox, gli apparecchi in grado di rilevare la velocità di un’auto al suo passaggio e di far scattare eventuali sanzioni in caso di superamento dei limiti: da un lato, il DM recepisce alcuni dei principi espressi in questi anni dalla giurisprudenza e dall’altro si aggiornano (finalmente) le procedure per garantire una maggiore sicurezza sulle strade, ma anche per ridurre gli abusi da parte di quei Comuni che negli anni li hanno utilizzati solo per fare cassa…

La novità più importante

La novità a mio avviso più importante è proprio quella che, al di fuori di autostrade e strade extraurbane principali, assegna al Prefetto (e non più il Sindaco, come in passato) di decidere dove potranno essere collocati gli autovelox che non prevedono la contestazione immediata della multa. E non è tutto perché il Prefetto non potrà stabilire arbitrariamente (magari sotto pressione del Comune) dove far installare gli autovelox. Potrà autorizzarne l’utilizzo solo nelle aree ad alto tasso di incidenti, in cui è problematica la contestazione immediata (in base alle condizioni strutturali della strada).

Altra novità molto interessante per gli utenti della strada è il divieto di collocare autovelox nei centri abitati. Questo avviene se il limite di velocità è inferiore a 50km/h (se si tratta di strade urbane di scorrimento) o pari a 50 km/h sulle urbane di quartiere e sulle urbane locali (diventano 30 km/h sulle urbane ciclabili). Ciò significa, in pratica, che nelle cosiddette “zone 30 km/h all’interno di alcune città, non si potrà controllare la velocità con l’autovelox.

Sulle strade extraurbane, invece, gli autovelox potranno essere installati dove il limite è inferiore di oltre 20 Km rispetto a quello previsto dal Codice della strada. Insomma se in una strada provinciale c’è il limite dei 90 Km/h si potranno installare autovelox per rilevare multe a chi supera i 70 Km/h.

Chiarezza su distanza tra cartelli e autovelox

Il decreto del 2024 interviene anche a fare chiarezza sulle distanze tra cartelli e apparecchi. All’interno dei centri urbani, la distanza tra il segnale di preavviso e l’autovelox dovrà essere: di almeno 200 metri sulle strade di scorrimento; di almeno 75 metri sulle altre strade.

Fuori dai centri abitati dovrà esserci almeno 1 km di distanza tra il cartello stradale che indica il limite di velocità e l’autovelox.

Sulla distanza massima tra il cartello di avviso e autovelox invece resta la vecchia normativa: l’autovelox non deve trovarsi oltre 4 km dal cartello. Ma il decreto stabilisce anche qual è la distanza minima tra due apparecchi: almeno 500 metrinelle strade urbane.

Gli autovelox sulle auto dei vigili, che dovranno adeguatamente essere riconoscibili, sono possibili solo se su quel tratto di strada non è possibile collocare postazioni fisse o mobili.

In generale trovo importante il messaggio “politico” che emerge dal DM laddove per le strade extraurbane si predilige la misurazione della velocità media anziché quella istantanea. Con gli strumenti della tecnologia che abbiamo noi tutti a disposizione è molto più efficace una verifica della media di percorrenza. Questo ai fini di tenere all’interno dei limiti la velocità degli autoveicoli.

E se prendi lo stesso autovelox più volte?

Tra le altre novità, una dovrebbe evitare di spennare gli utenti. Se si incappa in più autovelox entro la stessa ora l’automobilista pagherà una sola multa: la più severa, maggiorata di un terzo se più conveniente. Ma attenzione, per applicare questa regola, le infrazioni dovranno essere state rilevate sul tratto di strada di competenza di un medesimo ente gestore.

Contrariamente a quanto era stato anticipato dal Ministro dei trasporti, il nuovo decreto autovelox non affronta il problema di un’unica procedura di omologazione nazionale dei dispositivi. Resta quindi l’importante e rivoluzionario principio sancito qualche mese fa dalla Cassazione, secondo cui approvazione e omologazione sono due cose separate (la seconda implica un controllo molto più pervasivo) che vanno entrambe eseguite una tantum prima di utilizzare l’apparecchio. Al contrario, la taratura va ripetuta ogni anno e di essa deve essere dato atto nel verbale.

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