E’ legale il divieto di giocare a carte in un bar?
Vi è mai capitato di vedere in un bar un cartello che vieta di giocare a carte?
Succede soprattutto nei piccoli bar di paese, ma anche nei bar universitari o al chiosco dello stabilimento balneare. Non è un argomento che ha a che fare con la libertà di ciascuno di passare il tempo come vuole. Forse non tutti sanno che la legge disciplina anche il gioco di carte quando esso si tramuta in gioco d’azzardo che è oggetto di un generale divieto, salvo le previste autorizzazioni governative. Insomma: il gioco è un’esclusiva dello Stato.
Quando è lecito giocare a carte nei bar
Ma torniamo al bar: in linea di massima, nulla vieta di poter giocare a carte nei bar o in qualsiasi altro pubblico esercizio analogo. Dunque, non costituisce alcun illecito dedicarsi a questo passatempo. I problemi sorgono nel momento in cui giocare a carte implica una scommessa in denaro: in gergo, quando si gioca a soldi. In questa ipotesi, potrebbe scattare il reato di partecipazione a giochi d’azzardo. Vediamo di cosa si tratta.
Secondo il Codice penale, chiunque in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero in circoli privati di qualunque specie, propone un gioco d’azzardo o lo agevola, è punito con l’arresto e una ammenda. E la legge punisce anche chi partecipa al gioco d’azzardo, seppur con pene più lievi. Ma la pena è aumentata per tutti coloro che sono sorpresi a partecipare al gioco d’azzardo in una casa da gioco o in un pubblico esercizio. Ovvero per tutti coloro che hanno messo in gioco poste economicamente rilevanti.
Perché il gioco d’azzardo è illegale? Non solo perché crea una pericolosa dipendenza patologica, ma anche a tutela dell’ordine pubblico, poiché si ritiene che la pratica di queste attività possa essere fonte di disordini e reati. Per questi motivi, il gioco d’azzardo è proibito, o meglio, è regolamentato in modo tale che possa essere praticato soltanto quando autorizzato dallo Stato.
Giocare a carte al bar può essere “gioco d’azzardo”?
Ma quando un gioco può definirsi d’azzardo? È la legge a dircelo: sono d’azzardo quei giochi nei quali, ricorrendo il fine di lucro, la vincita o la perdita è esclusivamente o quasi esclusivamente rimessa a fattori di aleatorietà. Insomma, giocare a carte nei bar è reato quando il gioco praticato possa essere definito d’azzardo, cioè quando si tratti di un gioco rimesso alla fortuna più che all’abilità, ma è fondamentale che vi sia il fine di lucro, cioè che il gioco sia finalizzato a guadagnare qualcosa: in assenza di denaro, non potrà mai parlarsi di gioco d’azzardo e, dunque, sarà sempre possibile giocare a carte nei bar.
Quali giochi di carte sono vietati nei bar? Non ci crederete, ma il Testo Unico delle Leggi di Pubblica sicurezza contempla una vera e propria tabella dei giochi proibiti nei locali pubblici italiani (che deve essere esposta nei locali pubblici e nei circoli privati). Tra i giochi vietati nei bar rientrano praticamente la maggior parte dei giochi di carte: poker, burraco, scala quaranta, bridge, sette e mezzo, ramino, mercante in fiera, ecc. Sono vietate altresì le scommesse di ogni tipo, i dadi, la lotteria, la roulette, la morra, la tombola e tanti altri giochi.
Ora vi sarà chiaro che il semplice cartello che vieta i giochi di carte serve a due cose: esonerare il gestore da eventuali responsabilità in caso di controlli, ma soprattutto (e parlo da rappresentante dei consumatori) evitare che il tavolo sia tenuto occupato troppo a lungo. Non ci credete? Beh avete mai visto cartelli con scritto “vietato l’uso dei computer” o persino “vietato leggere libri”? Che valenza hanno questi cartelli? L’esercente può stabilire le regole di condotta nel suo locale (che lo ricordo è un posto “privato” seppur aperto al pubblico). Ma il consumatore è altrettanto libero di andare altrove. Poi non lamentiamoci se i bar di quartiere perdono terreno davanti alle grandi catene che ci ospitano anche solo per lavorare o una riunione di lavoro.
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