Coronavirus: devo pagare la palestra? Attivato un tavolo di lavoro per i contenziosi
Accanto alle disdette turistiche, ai problemi con la retta scolastica e le difficoltà a pagare la rata del finanziamento, l’emergenza Covid19 sta generando una serie di micro-contenziosi per tutti quei contratti attivati dai consumatori prima delle misure di contenimento e che oggi non posso avere esecuzione. Tra questi, non è secondario il conflitto con la palestra e più in generale con tutti quei servizi in qualche modo collegati al wellness.
I consumatori ci segnalano, in particolare che le palestre propongono di “congelare” gli abbonamenti per poi riprendere la frequenza del club quando l’emergenza sarà finita. Ma questa soluzione non è adeguata per tutti gli utenti. Ad esempio ci scrive Mario: “non so né quando passerà l’emergenza, né se avrò ancora intenzione di andare in palestra. Sono costretto ad accettare le loro condizioni o posso richiedere un rimborso almeno parziale del mio abbonamento?”
Chiariamo subito che questa è un’opzione che il consumatore è libero di accettare o meno, visto che, proprio come in questo caso, non è detto che abbia interesse a prolungare la frequentazione della palestra (anche per il rischio della chiusura definitiva del centro a causa della crisi). Infatti, secondo le regole dell’impossibilità sopravvenuta (art. 1463 del Codice civile), avendo sottoscritto un abbonamento, il consumatore ha diritto al rimborso della quota parte di abbonamento del quale non può usufruire.
Tuttavia è chiaro che il “settore wellness” è in grave difficoltà e come associazione dei consumatori intendiamo agevolare soluzioni che, nel rispetto della libertà di scelta del consumatore, facilitino la prosecuzione del rapporto: ecco perché abbiamo inaugurato un tavolo di confronto con Fitness Network Italia con il patrocinio di Asi Nazionale, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI, per gestire al meglio le eventuali contestazioni per la chiusura di palestre, piscine e centri sportivi causata dall’emergenza Coronavirus.
Fitness Network Italia rappresenta oltre 3.300 strutture che sono ben consapevoli della necessità di evitare che divampi il contenzioso a danno dei consumatori (molti dei quali legati da contratti di finanziamento), che pregiudicherebbe anche l’immagine degli stessi operatori del settore. Proprio per questo siamo al lavoro per attuare soluzioni conciliative che, senza limitare in alcun modo i diritti degli utenti, consentano una prosecuzione del rapporto grazie ad incentivi da destinare alla clientela. C’è ancora molto lavoro da fare: nei prossimi giorni sapremo se il settore è capace di fare fronte comune per assicurare elevati standard di tutela del consumatore.
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