
CONTI CORRENTI E “COSTO OPPORTUNITA’”
Perché oggi il Conto Corrente non è la migliore opzione per tenere i risparmi.
Dopo un molti anni caratterizzati da una bassa (o addirittura negativa) inflazione, a partire dalla fine del 2021 le economie europee in prevalenza hanno registrato tassi di inflazione anche a due cifre. Contemporaneamente, al fine di contrastare il costo della vita, le banche centrali hanno progressivamente aumentato i tassi di interesse, riportando di fatto i rendimenti delle obbligazioni e dei titoli di stato a rendimenti che non si registravano da anni.
Pertanto, tenere i soldi fermi su un conto corrente non è una scelta ottimale per la gestione delle proprie finanze, questo per due ragioni: in primis perché si perde potere di acquisto, in secondo luogo perché vi è un costo opportunità dovuto a mancato rendimento (in particolare per i risparmiatori con profilo di rischio basso), come di seguito specificato.
È quindi fondamentale capire e spiegare perché è preferibile cercare alternative di investimento per far fruttare i propri risparmi. È evidente che il conto non potrà mai essere lasciato a zero, ma bisognerà tenere delle cifre come “fondo di emergenza” per far fronte a improvvise e programmate esigenze. Di regola, all’incirca bisognerebbe tenere fermi nel conto corrente circa 8 mensilità delle proprie spese medie mensili.
1. Tassi di Interesse Positivi: Un’Opportunità da Non Perdere
Quando i tassi di interesse sono superiori all’inflazione, come sta accadendo attualmente, si ha la possibilità di ottenere un rendimento reale positivo. Ciò significa che il potere d’acquisto dei tuoi risparmi non solo si mantiene, ma addirittura aumenta. Lasciare i soldi su un conto corrente, dove i tassi sono generalmente molto bassi se non zero, equivale a perdere denaro nel corso del tempo.
2. L’Erosione del Potere d’Acquisto
L’inflazione rappresenta l’aumento dei prezzi nel tempo. Se il tasso di inflazione è superiore agli interessi che si ottengono su un conto corrente, i soldi depositati perdono valore. Ad esempio, con un’inflazione del 2% e un interesse del conto corrente dell’1%, il potere d’acquisto dei risparmi diminuisce ogni anno. È quindi essenziale cercare investimenti che offrono un rendimento superiore all’inflazione.
3. Immobilismo: Una mancata opportunità
Investire in strumenti come obbligazioni, azioni o fondi comuni può offrire rendimenti superiori a quelli di un conto corrente. Le obbligazioni governative o societarie, ad esempio, possono offrire un rendimento certo e programmabile, mentre i fondi comuni permettono di diversificare maggiormente il rischio e potenzialmente offrire maggiori rendimenti. Inoltre, l’investimento in azioni e fondi azionari, pur essendo più rischioso, offre prospettive di rendimenti più elevati nel lungo termine. Nel breve termine, come mero sostituto della liquidità in conto corrente è bene preferire soluzioni obbligazionarie di breve periodo al fine di garantirsi rendimenti certi, poco rischiosi e sempre superiori all’inflazione, almeno finché i rendimenti reali delle obbligazioni a breve termine restano positivi.
4. Pianificazione Finanziaria e Obiettivi a Lungo Termine
La gestione dei risparmi non dovrebbe limitarsi però solo a evitare la perdita di valore. Pianificare in base agli obiettivi di lungo termine, come l’acquisto di una casa o il mantenimento del tenore di vita ne periodo di pensionamento, richiede una strategia di investimento che massimizzi il rendimento nel tempo. Affidarsi ad un esperto del settore, rappresenta una valida alternativa per aiutare a costruire un portafoglio che bilancia il rischio e il rendimento, adattato alle esigenze individuali.
In conclusione, lasciare i soldi fermi su un conto corrente in un periodo di tassi di interesse positivi e sopra l’inflazione non è consigliabile. È importante sfruttare le opportunità di investimento per proteggere e aumentare il proprio patrimonio. La consulenza di un esperto può aiutare a navigare tra le diverse opzioni e a scegliere quelle più adatte alla propria situazione finanziaria e ai propri obiettivi a lungo termine.
Di Federico Moriconi – Consulente Finanziario EFPA ESG
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