Anche l’ambiente abitativo, così come il saper essere, mira ad una sostenibilità consapevole
Di Lisa Proietti, responsabile area Ambiente e Territorio UNCU.
Come cultrice dell’Ambiente e del Sociale, ideatrice di incubatori progettuali come “RifiutiPreziosi”, rispettosa del Passato e appassionata di Futuro, per far risaltare una storia materico-territoriale non potrei non proporre o connotare gli ambienti che vivo con tratti nel segno del craftcore, letteralmente: portare al centro il ‘craft’, l’abilità manuale e manifatturiera.
In questo contesto, tra i più attuali, dove l’artigianato (del tutto svecchiato) rappresenta un ponte privilegiato per ri-leggere mondi, assume ruolo significativo uno dei miei Progetti “I Bauli della Memoria” nel quale (tra le sue infinite sfumature) teiere, tazzine e piatti dipinti a mano… figli di un territorio, o poltroncine in pelle, lana e vimini… figlie di un’epoca, scelti, salvati o donati, non sono stati considerati “ad un certo punto della loro vita, da buttare”, ma al contrario “da preservare” e “ri-collocare” consapevolmente (in termini di materiali e risorse) nel successivo tempo e spazio.
Uno stile di vita trasmessomi e respirato da quando ho memoria tra territori rurali animati da artigiani che un tempo non necessitavano di codificare il loro luogo di lavoro in ‘laboratorio’ per farne acquisire peso in valore, perché di fatto era già tale, oltre che accessibile e tramandabile attraverso l’osservazione e l’ascolto; oggi, le c.d. componenti hand-made (“fatto a mano”) e i materiali naturali sono usciti dalle botteghe o laboratori artigiani per esporsi funzionalmente nelle nostre abitazioni, compartecipando nel declinare ogni stanza di stagione in stagione.
Tra gli elementi distintivi sotto il segno del craftcore, preservati nei miei luoghi di vita o lavoro e sempre frutto di un minuzioso studio dell’Ambiente e della Persona coinvolti, si evidenziano i seguenti:
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la ricerca e l’uso di materiali naturali, mantenuti ove possibile con le loro imperfezioni per garantirne il carattere unico;
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la propensione al tailor-made (“fatto su misura”), per tutelare anche valori territoriali con una particolare storia affettiva, e la selezione di professionisti/aziende attenti alla cura dell’Ambiente (inteso nella sua accezione più ampia), per valutare servizi e prodotti insieme innovativi e sostenibili;
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la vocazione all’up-cycling (“riutilizzo creativo”) e al do-it-youself (“fai da te”), per recuperare e rilanciare in veste nuova l’essenza più tradizionale di ciò che abbiamo già in casa.
A seguire, rimetto alcune evocazioni di ambienti abitativi che ho rilanciato in quest’ottica:
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